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Per la prima volta il Capo della Procura della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri accetta di parlare di un suo vecchio amico, uno dei più grandi investigatori della FBI americana, il marines Sieben William Scott.
Per la prima volta il Capo della Procura della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri accetta di parlare di un suo vecchio amico, uno dei più grandi investigatori della FBI americana, il marines Sieben William Scott.
La foto qui in alto ritrae Sieben William Scott, storia la sua di un marines americano di primissimo ordine, entrato poi nella FBI e diventato grazie al suo coraggiosissimo lavoro contro il mondo organizzato della criminalità americana Special Agent della DEA ( Drug Enforce Administration) in Europa. Per lungo tempo Sieben William Scott ha vissuto a Roma, coordinando dal 2008 al 2013 l’attività del suo gruppo-speciale in tutta Europa dal suo ufficio al primo piano dell’Ambasciata Americana di Via Veneto, e per lunghi anni è stato nei fatti uno dei migliori consulenti e poi amico personale di Nicola Gratteri, Capo della Procura della Repubblica di Catanzaro e titolare della più imponente operazione anti Ndrangheta di tutti i tempi, l’operazione chiamata da Gratteri “Rinascita Scott”, 334 le persone arrestate e 416 in tutto gli indagati. Solo Giovanni Falcone prima di Nicola Gratteri aveva chiuso a Palermo una indagine così complessa e dalle dimensioni così devastanti. Bene, l’operazione conclusa nei giorni scorsi dal giudice Nicola Gratteri contro la Ndrangheta ha questo duplice nome “Rinascita Scott” per due motivi: primo, “Rinascita”, perché l’inchiesta nasce e parte dalla provincia di Vibo, colpisce in prima persona il clan potentissimo dei Mancuso di Limbadi e mette alle corde un sistema di potere senza pari al mondo. “Rinascita” -spiega il Procuratore di Catanzaro- perché abbiamo pensato che da oggi in poi finalmente questa provincia della Calabria centrale possa finalmente liberarsi dal gioco subito in tutti questi anni e possa riprendere fiato e vita, e quindi rinascere”. E poi “Scott”, dal nome di un nostro grande amico e compagno di lavoro, di un ufficiale americano che io ho conosciuto tanti anni fa in America e che è stato per noi uno dei consulenti di maggiore affidabilità e competenza, un uomo che conosceva il mondo dei cartelli della droga come nessun altro al mondo, e che ci aiutato a capire quali fossero i legami tra i cartelli colombiani e la ‘Nrangheta calabrese. Sieben William Scott è l’uomo che ci ha inserito in meccanismi di conoscenza e di comprensione che altrimenti sarebbero stati tabù per noi italiani e che ha continuato a seguire le nostre operazioni poi anche in giro per tutta Europa, quando poi lui si è trasferito a Roma”. L’idea del nome Scott è venuta al Tenente Colonnello dei Carabinieri Massimiliano Dangeloantonio, uno dei migliori investigatori dei Ros e uomo di estrema fiducia di Gratteri: “ Stavamo facendo una riunione di lavoro e ci è giunta la notizia dagli Usa che Sieben William Scott, il nostro vecchio amico di sempre, era morto anni prima, vittima di un incidente della strada, e allora ricordare il suo nome e legare il suo nome a questa operazione ci è sembrata la cosa più naturale e doverosa che si potesse fare”. La cosa più bella che Gratteri oggi si porta dentro è il grazie che dagli Stati Uniti d’America, gli è venuto direttamente dalla famiglia di Sieben William Scott e dai vertici della DEA americana: “Gli americani hanno un culto dei morti che forse noi non abbiamo, e hanno soprattutto il culto della riconoscenza per gli eroi nazionali, e per la DEA Sieben William Scott è senza dubbio un grande servitore dello Stato americano. Ricordandolo noi, e legando il suo nome a questa maxi-operazione, abbiamo reso onore ad un grande investigatore e ad un grande cittadino americano”.