Nucleare, Medvedev: "Mosca avvierà i colloqui per il Nuovo Start solo se gli Usa smetteranno di dare armi a Kiev"

"Le azioni delle autorità Usa sono ciniche".

(Prima Pagina News)
Venerdì 21 Giugno 2024
Roma - 21 giu 2024 (Prima Pagina News)

"Le azioni delle autorità Usa sono ciniche".

La Russia potrebbe iniziare alcuni negoziati sul Trattato Nuovo Start, relativo alla riduzione delle armi strategiche, solo se gli Stati Uniti smetteranno di dare armi all'Ucraina.

Così, in un post su Telegram, il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev. Washington, fa notare Medvedev, propone a Mosca di negoziare un altro trattato, ma le sue azioni sono "ciniche".

Questo Trattato è l'ultimo di una serie di accordi tra Washington e Mosca, in merito alla riduzione delle armi nucleari. Vigente dal 2011, prevede un numero massimo di 1.550 testate atomiche strategiche dispiegabili da Russia e Usa, e limitazioni per i vettori nucleari (missili balistici intercontinentali, sottomarini nucleari lanciamissili e bombardieri pesanti). I primi accordi vennero firmati nel 1972, a seguito dei Negoziati per la limitazione delle armi strategiche (Salt I), avviati ufficialmente a Helsinki nel 1969, dall'allora Presidente americano Richard Nixon e Leonid Breznev.

Il Trattato anti-missili balistici (Abm) prevedeva un limite alle difese strategiche di Washington e Mosca per 200 intercettori ciascuno, poi ridotto a 100. Nel giugno del 2002, l'allora Presidente americano George W. Bush annunciò il ritiro dall'accordo: secondo il Presidente, impediva a Washington di difendersi da attacchi missilistici ad opera di terroristi o "Stati canaglia", in seguito agli attentati dell'11 settembre 2001.

Nel 1972, a Mosca, venne firmato anche l’Accordo ad interim sulla limitazione delle armi offensive strategiche, che, tra l'altro, impegnava Usa e Urss per 5 anni a non procedere con la costruzione di nuovi siti di lancio di missili balistici intercontinentali e non ampliare i siti già esistenti.

Questo accordo venne superato da un altro trattato, il Salt II, firmato a Vienna nel giugno del 1979, da Jimmy Carter (Usa) e da Breznev (Urss), che stabiliva la parità numerica per gli arsenali nucleari, prevedendo un tetto di 2.400 vettori strategici di cui 1.320 dotati di testate multiple. Il ritorno delle tensioni dopo l'invasione sovietica dell'Afghanistan, però, portarono Carter a chiedere al Senato di non ratificare il trattato, che le due superpotenze rispettarono su base volontaria. In ogni caso, nel 1982, presero il via a Ginevra i negoziati per la riduzione delle armi strategiche (Start), proposti da Ronald Reagan.

La firma del trattato avvenne nel luglio del 1991: Washington e Mosca si impegnavano a ridurre gli arsenali strategici a 1.600 vettori, ad avere a disposizione non più di 6 mila testate ciascuno e all'avvio di ispezioni e scambi di informazioni tra le due superpotenze. Il trattato entrò in vigore con molto ritardo, a causa della dissoluzione dell'Urss e della necessaria denuclearizzazione dei nuovi Paesi ex sovietici, in cui erano dislocate testate nucleari (Ucraina, Kazakhstan e Bielorussia): la Russia riuscì ad adeguarsi a quanto prescritto dal trattato solo nel dicembre del 2001.


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

Dmitry Medvedev
nucleare
PPN
Prima Pagina News
Urss
Usa

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU