Valeria Mangani, da vent’anni leader della sostenibilità, è stata eletta “World Food Hero” dalla Fao
Come leggiamo le etichette degli alimenti al supermercato dovremmo imparare a leggere anche la composizione di ciò che indossiamo. “La moda è una storia che inizia dall’agricoltura e finisce in comunicazione”.
di Paola Pucciatti
Mercoledì 06 Marzo 2024
Roma - 06 mar 2024 (Prima Pagina News)
Come leggiamo le etichette degli alimenti al supermercato dovremmo imparare a leggere anche la composizione di ciò che indossiamo. “La moda è una storia che inizia dall’agricoltura e finisce in comunicazione”.
Valeria Mangani, da vent’anni leader della sostenibilità, è stata eletta “World Food Hero” dalla Fao
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Valeria Mangani, leader della sostenibilità da vent’anni, è stata eletta “World Food Hero” dalla FAO nell’ambito del World food Day, la giornata mondiale del cibo. Scrittrice di ecologia alimentare e Presidente di Sustainable Fashion Innovation Society, è già nota per le campagne di educazione per il consumatore all’acquisto consapevole contro le micro plastiche che, inquinando le acque terrestri, rientrano nella nostra catena alimentare.  

“La moda inizia con l’agricoltura e finisce con la comunicazione – dichiara Valeria Mangani - La disruption del settore moda attraverso la transizione sostenibile può essere cavalcata attraverso un virtuosismo qualitativo e stilistico che ci contraddistingue da sempre a livello globale. Il bello e ben fatto è nel DNA del made in Italy”.

Come leggiamo le etichette degli alimenti al supermercato dovremmo imparare a leggere anche la composizione di ciò che indossiamo. L’insegnamento parte dalla Sicilia con una produzione di cotone biologico estesa su 100 ettari di terreno. L’isola, a partire dal XII secolo, ha svolto un ruolo importante in passato nella produzione del cotone e nell’industria della moda. Gli agricoltori siciliani smisero di produrlo solo negli anni ’60 quando iniziarono ad essere utilizzate le fibre sintetiche.

Oggi questa straordinaria fibra naturale si sta rilanciando insieme all’antica industria del cotone dell’isola. Oltre al progetto sul cotone sostenibile COS (Cotone Organico Sicilia), la missione dell’organizzazione di Valeria Magani è aumentare la consapevolezza sugli impatti della cosiddetta “fast fashion”, spesso realizzata con materiali sintetici con filiere difficili da tracciare, dando voce a oltre 2000 produttori e brand iscritti alla Sustainable Fashion Innovation Society. Il progetto, iniziato nel 2018, sta coinvolgendo gli agricoltori in varie parti della Sicilia per rivitalizzare i terreni agricoli inutilizzati e ridare vita a un’industria assai florida un tempo. Si semina a marzo per raccogliere il cotone a settembre con processi del tutto biologici, rinunciando a pesticidi chimici o coloranti. Controllare ciò che entra nel tessuto è cruciale per Valeria Mangani, perché come afferma: “è un’area del settore sotto-regolamentata e i potenziali effetti dei prodotti chimici sui tessuti per la salute sono spesso trascurati. Il modello costruito in Sicilia può essere applicato in altre regioni e a più fibre tra cui la canapa, il lino e il bambù date le diverse condizioni paesaggistiche e agricole dell’Italia. Non dimentichiamoci che la moda è una storia che inizia dall’agricoltura e finisce in comunicazione”.  

Nel corso della prossima edizione dell’evento annuale della Sustainable Fashion Innovation Society, l’Associazione no profit presieduta da Valeria Mangani che implementa i progetti di reshoring, ci sarà un panel delicato alle fibre bio con players nazionali ed internazionali a confronto.

Valeria Mangani si è formata accademicamente in Fashion Design, Storia dell’arte e Preziosi. Ha scritto dieci libri best-seller sul benessere e la qualità della vita. Sono numerosi e prestigiosi gli incarichi ricoperti negli anni. Tra questi nel 2020 costituisce la Sustainable Fashion Innovation Society, Associazione che mira a valorizzare la moda, la sostenibilità produttiva e l’innovazione della filiera connessa, sia in riferimento alla realtà nazionale che internazionale, con particolare attenzione ai problemi del lavoro, dell’informazione, dell’etica e della bioetica riferiti alla famiglia e alle pari opportunità.  Dal 2019 è Delegata IAW, International Alliance of Women (ONG internazionale fondata nel 1904), che comprende 55 organizzazioni coinvolte nella promozione dei diritti delle donne e dell’empowerment delle donne presso le Nazioni Unite istituzioni.  Dal 2017 è fondatrice e amministratore delegato di Made in Italy Luxury, piattaforma per l’internazionalizzazione del lusso artigianale del Made in Italy e per l’inserimento delle PMI nei settori alto spendenti mercati di nicchia. Gestore esclusivo del padiglione italiano alla Heya Arabian Fashion Exhibition presso il Doha Convention Center, Qatar. Per sei anni, dal 2009 al 2015, ha ricoperto l’incarico di vicepresidente di AltaRoma SpA, società consortile per azioni che gestisce l’alta moda italiana. Nel 2000 ha dato il via alla settimana della moda. Si occupa di internazionalizzazione del Made in Italy e di scouting di stilisti emergenti con il concorso internazionale “Who’s On Next”, organizzato con Vogue Italia.


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