“Caso Moro anno 2020, un caso risolto. Lo dimostrano le mie ricerche su incarico del Governo italiano”
A trent’anni dalla risoluzione del caso Moro, il sociologo Rocco Turi rivela i "retroscena casuali" per ricostruire la vicenda più eclatante della storia italiana nel libro “Gladio Rossa” che però la Marsilio- precisa il sociologo-, "dopo averlo pubblicato, eliminò dal proprio catalogo". Un nuovo libro, “Storia segreta del Pci” edito da Rubbettino ha "subito invece da parte dei grandi giornali un vero proprio boicottaggio mediatico".
di Rocco Turi
Giovedì 31 Dicembre 2020
Roma - 31 dic 2020 (Prima Pagina News)
A trent’anni dalla risoluzione del caso Moro, il sociologo Rocco Turi rivela i "retroscena casuali" per ricostruire la vicenda più eclatante della storia italiana nel libro “Gladio Rossa” che però la Marsilio- precisa il sociologo-, "dopo averlo pubblicato, eliminò dal proprio catalogo". Un nuovo libro, “Storia segreta del Pci” edito da Rubbettino ha "subito invece da parte dei grandi giornali un vero proprio boicottaggio mediatico".
Il lavoro che mi portò a scrivere questi libri fu realizzato quando il Governo italiano alla fine degli anni ottanta sembrava fosse in grado di avere l’autorevolezza necessaria a sostenere la soluzione del caso Moro.

Non solo, attraverso il Ministero degli Affari Esteri, lo Stato italiano mi incaricò di studiare in Cecoslovacchia per ben due anni in collaborazione con il Governo locale e l'Università di Brno e per altri due anni ancora continuai su incarico ufficiale del CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con l'Istituto di Sociologia dell’Accademia delle Scienze di Praga.

Ma l’ipocrisia tipicamente italiana era tale per cui, attribuendomi le borse di ricerca - e attribuendosi i meriti dell’iniziativa, come alibi - la classe politica riteneva (e sperava, probabilmente) che mi sarei recato in Cecoslovacchia, in tempo di guerra fredda, all’unico scopo di compiere una vacanza e avrei trascurato la vera causa del mio viaggio.

Possedevo gli accrediti ufficiali del Governo italiano per studiare nell’Università della Cecoslovacchia, ma il clima politico dell’epoca era tale per cui sembrava che qualcuno mi avesse mandato allo sbaraglio in tempi in cui la dicotomia est-ovest aveva raggiunto livelli più che allarmanti.

Avevo un progetto di ricerca approvato dal Governo cecoslovacco e sapevo di essere sotto attento controllo dei miei “referenti universitari politici” affinché il programma fosse eseguito nei suoi rigidi limiti operativi consentiti dagli accordi bilaterali. Bastava poco per compiere un passo falso e trovarsi in una situazione politica di non ritorno.

Mi affidai però alla mia vera esperienza in intelligence e attraverso un’attenta e calibrata tecnica investigativa, trovai il filone giusto per lavorare giorno e notte e nessuno osò disturbarmi. Insomma, chi va all’estero per studiare in progetti di ricerca bilaterali dovrebbe possedere la necessaria esperienza del ricercatore e non quella del giovane predatore inesperto, come spesso accade.

Anzi, lavorando con grande attenzione e severa meticolosità sui passi compiuti, giunsi a conclusioni scottanti per la classe politica italiana che dal dopoguerra aveva fatto tanto per mantenere sotto traccia la storia dell’ex partigianato deviante, fuoriuscito con un comportamento inappropriato e con la sigla “Volante Rossa” dalla benemerita organizzazione che aveva contribuito a liberare il nostro Paese.

Quando portai a termine il mio lavoro, la volontà reale dello Stato italiano nel risolvere il caso Moro fu smascherata, perché nessuno ebbe il piacere di accogliere il mio studio, in quanto - nel frattempo - le istituzioni interessate avevano ricevuto notizia che in Cecoslovacchia ero riuscito inaspettatamente a mettere le mani nella piaga che avrebbe prodotto conseguenze scottanti per il Partito comunista italiano e le organizzazioni ad esso collegate.

E così i due libri “Gladio Rossa” (Marsilio, 2004), nonché “Storia segreta del Pci” (Rubbettino, 2013) risultano essere gli unici ad aver affrontato per la prima volta le responsabilità della minoranza di ex partigiani devianti fuoriusciti, alla base del rapimento di Aldo Moro. Dopo aver commesso reati in Italia durante la Seconda guerra mondiale e nel successivo dopoguerra, i partigiani devianti individuati furono aiutati dal Pci a fuggire in diversi Paesi. A seguito dell'accordo fra partiti fratelli, essi furono successivamente riuniti in Cecoslovacchia.

I “migliori”, quelli utili alla causa comunista, furono ospitati a Praga; i meno utili ed anche coloro che avevano commesso reati più gravi, magari essendo stati già condannati e aiutati a fuggire prima del loro arresto, furono riuniti a Brno. La loro storia cecoslovacca è interamente ricostruita soprattutto in “Gladio Rossa”; col trascorrere del tempo furono amnistiati e in tanti, anche attraverso la c.d. Legge Mosca, ritornarono in Italia e continuarono ad essere sempre protetti dal Pci.

Gli ex partigiani comunisti devianti - poche centinaia, che avevano violato la legalità del vasto ed encomiabile movimento politico che aveva contribuito alla liberazione del nostro Paese - rappresentano la genesi ispiratrice del rapimento di Aldo Moro.

In conseguenza di tale ricostruzione rigorosa, il libro "Gladio Rossa" risulta essere l'unico al mondo ad aver ricevuto la sentenza di condanna al moderno rogo, cioè alla restituzione dei diritti d'autore e alla cancellazione del titolo da parte della casa editrice Marsilio, a cui soggetti interessati ad altissimo livello istituzionale avrebbero imposto di dar seguito a una meditata “operazione oblio”. Ma il libro è sempre presente come un totem ed è possibile trovarlo in internet attraverso il mercato privato, nelle principali biblioteche del circuito Opac e università e biblioteche straniere, fra le quali “Standford University”, “Library of Congress” e numerose altre nel mondo.

La verità che ormai non può essere taciuta è che il caso Moro è stato da me risolto nel lontano 1991 ed è noto a tutte le Commissioni parlamentari, le quali hanno in archivio i documenti da me prodotti e nessuno dei suoi componenti ha mai avuto il coraggio politico di contestarli, neppure di confrontarsi con i miei libri “Gladio Rossa”, in primis, e “Storia segreta del Pci”.

Fa tenerezza che ex Presidenti di Commissioni parlamentari scrivano libri dichiarando che, nonostante il loro lavoro compiuto in lunghi anni, il caso Moro non sia stato ancora risolto. No, caro Presidente, Lei sa bene che il caso Moro è stato risolto dal sottoscritto addirittura nel 1991 e per giunta su incarico dello Stato italiano il quale, per radicata ipocrisia istituzionale, ha continuato a istituire Commissioni e inutili Commissioni di indagine sul caso Moro.

In pratica, come disse lo scrittore Carlos Ruiz Zafón, “sono poche le ragioni per dire la verità; mentre quelle per mentire sono infinite”.

Ho tuttavia accettato di fare lunghe interviste telefoniche che i grandi giornali hanno poi sistematicamente censurato, salvo alcuni blitz prima ancora che la classe politica e giornalistica interessata prendesse visione concreta del mio lavoro. Solo così è stato possibile documentare a suo tempo una piccola quota della storia segreta da me ricostruita su quotidiani tipo la Repubblica, il Giornale, l'Avanti!; su periodici come l'Espresso e l'Europeo; sulla Rai, telegiornale Tg1/ore 20, Rai Parlamento, Radio Rai; su La 7 e su numerose altre testate.

Sempre poca cosa rispetto alla bomba mediatica “politicamente scorretta” contenuta nei miei libri e lasciata abortire con la cancellazione del titolo, operata attraverso la casa editrice Marsilio. Ecco perché pubblicare i miei libri fu molto difficile; nessuno desiderava “sporcarsi le mani” e prima volta vi riuscii dopo circa 15 anni, salvo rimediare con la condanna all’oblio.

Con la successiva pubblicazione di “Storia segreta del Pci”, addolcito negli aspetti pregiudizievoli, sebbene non ritirato dal commercio, si è avuto il medesimo risultato.

Insomma, il caso Moro è stato da me risolto nel 1991 e nessuno potrà mai negarlo se non col silenzio. Figurarsi se alla mia età desideri continuare ancora a inseguire le farfalle di un giornalismo italiano succube, ben degno di meritare la disistima delle organizzazioni mondiali.

Ma il dado è tratto, e prima o poi, magari tra venti anni, qualcuno riprenderà “Gladio Rossa” o “Storia segreta del Pci” e dirà... oh il caso Moro è finalmente risolto.

Magari, qualcuno rileggerà con attenzione e osserverà con altri occhi e altra logica la connessione con Enrico Berlinguer e il suo ultimo comizio svoltosi a Padova.

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