Campomarino scende in un dibattito a tre ma vince sempre la lealtà.

In fase di elezioni le promesse sono sempre tante ma a vincere anche questa volta, nel dibattito tra i tre candidati a Sindaco di Campomarino (cb) è stato sicuramente chi ha detto POCHE PROMESSE E FATTI CONCRETI.

di Mariachiara Sacchetti
Domenica 02 Giugno 2024
Roma - 02 giu 2024 (Prima Pagina News)

In fase di elezioni le promesse sono sempre tante ma a vincere anche questa volta, nel dibattito tra i tre candidati a Sindaco di Campomarino (cb) è stato sicuramente chi ha detto POCHE PROMESSE E FATTI CONCRETI.

In fase di elezioni le promesse sono sempre tante ma a vincere anche questa volta, nel dibattito tra i tre candidati a Sindaco di Campomarino (cb) è stato sicuramente chi ha detto POCHE PROMESSE E FATTI CONCRETI. Giuseppe di Carlo non ha lasciato spazio a illusioni fatte di cartone, vuole partire dal concreto, da quello che ha priorità e man mano snocciolare anche il restante, non meno importante ma sicuramente fattibile in un secondo tempo. Di Labbio esprime in chiare lettere cosa vuole fare ma anche cosa dice di sbagliato Di Carlo, stessa pecca del candidato Norante, troppe chiacchiere a dire cosa non va dall’altra parte della barricata e meno anche se non poche su cosa CONCRETAMENTE si deve fare per il paese. Le strutture ricettive riempiono la bocca di molti, ma chi ci vive sa che le preferenze ci sono sempre state ed il turismo non deve girare solo quando si aspira al voto, o quando un inchiostro scrive qualcosa che non va per poi mandarli altrove come sorta di ripicca, il turismo deve girare sempre e bisogna essere in grado di farlo e fino ad oggi per motivi che possono dipendere da tanti fattori, non lo si è stati perché quella che potrebbe diventare la perla dell’Adriatico è invece la succursale di Termoli ormai satura di gente e movimento, di organizzazioni estive e movida per ogni età. Ognuno vota il suo pensiero, ideale o idea di promessa ma nessuno dei candidati ha diritto a togliere il saluto se in disaccordo perché chi ben comincia è a metà dell’opera, e se iniziate così, alcuni di voi, potrete anche vincere la guerra ma resterete quelli che lo hanno fatto con armi poco chiare. L’idea di politica è pensare al paese senza continuamente screditare, prestare favori, aggraziare. Questo inchiostro sarà lì, a portata di ogni irregolarità che puntualmente verrà citata, espressa, scritta, e questi occhi osserveranno ogni dettaglio. Campomarino non ha bisogno di grandi titoli per essere paragonato a Washington, ha bisogno di grandi menti che riescono a tirarlo su con amore, lo stesso che solo un gruppo di giovani capaci e pieni di sogni, può!


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