Caso Sala: gli Usa chiedono l'estradizione di Abedini

La decisione a gennaio. Intanto, si indaga sulle modalità dell'arresto dello svizzero-iraniano.

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Sabato 28 Dicembre 2024
Milano - 28 dic 2024 (Prima Pagina News)

La decisione a gennaio. Intanto, si indaga sulle modalità dell'arresto dello svizzero-iraniano.

L'estradizione e la legittimità dell'arresto: è su questi due temi che si decide il destino giudiziario di Mohammad Abedini Najafabadi, lo svizzero-iraniano fermato a Malpensa il 16 dicembre, la cui vicenda è legata indissolubilmente al caso dell'arresto della giornalista Cecilia Sala, fermata a Teheran il 9 dicembre e attualmente detenuta nel carcere di Evin.

Gli Stati Uniti hanno diramato una richiesta di estradizione per Abedini, su cui pendeva un mandato d'arresto internazionale. I modi in cui il fermo è stato attivato, però, sono al centro di un'indagine senza ipotesi di reato né indagati da parte della Procura di Milano. Al momento, questo fascicolo è di natura conoscitiva, ed è incentrato sulle procedure, i tempi ravvicinati tra l'emissione del mandato e il fermo dell'uomo, avvenuto in neanche tre giorni.

Intanto, però, l'iter per l'estradizione prosegue: Washington ha inviato alle autorità italiane gli atti con le accuse, anche se un eventuale vizio nelle modalità di arresto potrebbe annullare l'atto, rendendo l'uomo libero. Nel caso in cui il fermo fosse dichiarato illegittimo, l'estradizione si complicherebbe, mentre la via diplomatica sarebbe facilitata, favorendo una specie di "scambio" con la giornalista del Foglio e podcaster di Chora Media.

L'arresto di Sala sarebbe una specie di ritorsione dopo l'arresto del 38enne, accusato da Washington di aver fornito il materiale al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, che gli Usa considerano come un'organizzazione terroristica, che ha ucciso tre militari americani.

L'uomo, che al momento si trova nel carcere di Opera, era stato raggiunto da un mandato di arresto ai fini di estradizione il 13 dicembre. Al termine dell'udienza di convalida, la Corte d'Appello di Milano ha disposto il carcere per pericolo di fuga. Secondo gli Usa, Abedini e un complice già arrestato avrebbero cospirato per esportare componenti elettronici dagli Stati Uniti all'Iran, violando le leggi americane sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni.

"Lui respinge tutte le accuse e non riesce a capire i motivi dell'arresto", ha detto il suo legale, Alfredo de Francesco, aggiungendo che dall'analisi dei documenti da lui posseduti, "pur essendo formalmente gravi le accuse mosse, in realtà la posizione del mio assistito risulta molto meno grave di quanto può sembrare".

Adesso, l'iter per l'estradizione farà il suo corso: i canali diplomatici e il Ministero degli Esteri hanno trasmesso le carte al Ministero della Giustizia, che poi le invierà alla Procura Generale di Milano e alla Corte. Il sostituto Pg incaricato di seguire il caso, con una requisitoria scritta, chiederà di riconoscere l'istanza di estradizione o meno. Poi, la Corte dovrà fissare entro alcuni giorni l'udienza in seduta camerale, cioè a porte chiuse, per valutare se ci siano o meno gli estremi per accogliere la richiesta di estradizione. La decisione finale, dopo l'ok da parte della Corte, è in capo esclusivamente al Ministero della Giustizia, che dovrà procedere con l'estradizione entro 10 giorni.


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