Il fotografo di moda Moreno Galli arrestato con l'accusa di violenza sessuale. A PPN parla una modella molestata.

L’arresto di Moreno Galli, fotografo e proprietario di un’agenzia di moda romano-fiorentina in seguito alla denuncia di una 18enne e la testimonianza di un’altra ex modella.

 

di Viktorie Ignoto
Domenica 23 Giugno 2024
Roma - 23 giu 2024 (Prima Pagina News)

L’arresto di Moreno Galli, fotografo e proprietario di un’agenzia di moda romano-fiorentina in seguito alla denuncia di una 18enne e la testimonianza di un’altra ex modella.

 

Una giovane ragazza, il suo sogno, e un presuto stupratore. E’ la storia di una delle tante che ci sono “cascate”.

Un copione ormai trito e ritrito condito dalla solita dose di abuso e asimmetria di potere. Le vittime emerse dalle indagini su Galli potrebbero costituire solo la “punta dell’iceberg” di un sistema ormai collaudato con l’esperienza di anni. A fare la differenza è stata la denuncia di gennaio scorso della modella romana 18enne presso i carabinieri del nucleo investigativo di via in Selci a Roma. Un’altra ex modella romana ci racconta, senza fronzoli, della sua esperienza in agenzia. 

 

-Raccontaci la tua esperienza

«Era l’autunno del 2017. Mi ha scritto verso le 23:00 per propormi un lavoro. Naturalmente la mia risposta è stata affermativa. Poi, dopo le 00:00 mi scrive: -Ultima domanda: dato che giovedì notte sono sempre a Roma non è che hai la tenerezza per un omino fiorentino e ti fai invitare per una cenetta?- Tutto è cominciato così. Io ho accettato senza battere ciglio perché mi trovavo in una pessima situazione economica e anche perché, ammettiamolo, inizialmente ero contenta di essere finita nelle sue simpatie. Ho subito pensato che questo potesse tradursi in maggior lavoro e in una piacevole chiacchierata e anche che sarei stata sufficientemente furba, piacevole e divertente per schivare garbatamente l’avance che già intuivo avrebbe potuto farmi. Avevo già dimostrato, avendo fatto qualche piccolo lavoro per loro e avendo portato un book di buona qualità, di poter essere un elemento molto valido e utile per l’Agenzia: desideravo tanto che lui notasse e riconoscesse in me questa cosa. Speravo di trovare in lui una figura di riferimento. Invece..»

 

-Invece?

«Ho ceduto a quel che non avrei voluto.»

 

-Pensavi di non avere scelta?

 «Sì. Innanzitutto  la perdita istantanea di un’ingente investimento fatto per poter entrare nella loro agenzia, sia in termini economici che in speranze. Ovviamente queste cose non ti vengono mai dette esplicitamente ma quella sera, tra una forchettata e l’altra, me lo ha fatto capire. Me ne andai. Ma a quella cena sarebbe seguito un lungo periodo di pernotti in suite, ristoranti e club. Ottenni più lavoro: briciole in confronto a quanto lui si prendeva. Mi chiamava “Topolona”. A un certo punto, sempre con molto garbo, ho semplicemente allentato i rapporti e me ne sono andata via.»

 

-Se tu potessi tornare indietro cosa cambieresti?

«Non credo che abbia molto senso riflettere su questo: se oggi io sono ciò che sono è anche grazie alle esperienze, belle e brutte, che ho vissuto. In quel momento storico ho semplicemente fatto il meglio che ho potuto con i mezzi e l’esperienza che avevo a disposizione. E’ stato senz’altro orribile.»

 

-Ti sei trovata in una situazione di pressione psicologica non affatto facile da gestire. Non è una tua responsabilità.

«Lui era a conoscenza dei miei sogni e della mia difficoltosa situazione economica. I sogni sono pericolosi se strumentalizzati contro di te dalla persona sbagliata. I manipolatori intercettano e si nutrono di tutto questo. Se ancora ci penso, sento addosso un terribile schifo.»

 

-Perché secondo te si è arrivati a sapere di tutto questo solo nel 2024? Cosa ti ha spinto al silenzio?

«Quando ho saputo di questa notizia ho pianto tantissimo. E’ stato come un fulmine a ciel sereno, un’inattesa e violenta increspatura della realtà che ha infranto la quiete del mio modo di “raccontarmela”. Era come se si fossero in me riaccesi ricordi sopiti, mai dimenticati, ma in qualche modo “sotterrati” per il quieto vivere. Vivo molto focalizzata sul presente. Ho sempre minimizzato tutto. Ora desidero almeno dare il mio piccolo contributo per questa causa. Per ovvie ragioni non posso sapere chi sia, ma ammiro molto la forza e il coraggio della collega 18enne che ha deciso di infrangere questo assordante silenzio. Le sono molto vicina. Rimpiango molto per non essermi mossa in tal senso pure io, avrei potuto evitare ad altre tutto questo. Nella mia ingenuità non sapevo che fosse un modus operandi così esteso. In una certa misura mi consideravo responsabile per quel che stava succedendo, che in fondo in fondo me la sono andata a cercare”, che quel che mi stesse accadendo me lo meritavo, ero certa che se avessi aperto bocca mi avrebbero additata come unarrivista poco di buono. Ero arrivata a credere che in fondo il mondo funziona così, una perenne catena alimentare, e che me lo sarei dovuta far andare bene.»

 -Cosa vorresti dire a tutte quelle ragazze che vorrebbero intraprendere un percorso professionale analogo al tuo?

«Cerchiamo di riconoscere subito i manipolatori. Non ne vale la pena. Cercate di non tacere come ho fatto io. Abbiate rispetto per voi stesse e per la vostra dignità: ancor prima che lavoratori e sognatori noi siamo anche esseri umani.»

 

 


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