Mario Mantovani riparte dai temi della disabilità con un saggio di grande respiro cristiano
Il nuovo libro del sen. Mario Mantovani “Vent’anni di civiltà”, Santelli Editore, sarà presentato a Milano lunedì 11 dicembre presso la Fondazione Ambrosianeum, in via delle Ore 3, presenti Anna Ferrari, Consigliere della Corte d’Appello di Milano, Sandro Sisler, Vice Presidente della Commissione Giustizia del Senato, e dall’avvocato Roberto Lassini. Un evento non solo culturale.
di Pino Nano
Mercoledì 06 Dicembre 2023
Milano - 06 dic 2023 (Prima Pagina News)
Il nuovo libro del sen. Mario Mantovani “Vent’anni di civiltà”, Santelli Editore, sarà presentato a Milano lunedì 11 dicembre presso la Fondazione Ambrosianeum, in via delle Ore 3, presenti Anna Ferrari, Consigliere della Corte d’Appello di Milano, Sandro Sisler, Vice Presidente della Commissione Giustizia del Senato, e dall’avvocato Roberto Lassini. Un evento non solo culturale.

Vent’anni di civiltà”, 309 pagine, edito da Santelli Editore è un libro che farà molto discutere e riflettere, soprattutto per i temi che tratta, temi legato al mondo della disabilità e che sono oggi di grande attualità e di grande impatto mediatico generale. Un libro in cui Mario Mantovani racconta sostanzialmente sé stesso, una vita di impegno politico al servizio dei più deboli.

Nel 2003, ricordiamo, da parlamentare europeo e relatore sull'Anno Europeo della Disabilità, Mario Mantovani si attivò affinché venisse approvata la proposta di legge che prevedeva l'istituzione di una nuova figura: l'amministratore di sostegno. E proprio grazie al suo impegno, il Parlamento italiano emanò in pochi mesi la legge 6/2004, oggi divenuta fondamentale nella vita del Paese.

Bene, oggi a distanza di vent'anni da allora, questo libro propone un'analisi rigorosa e attenta della legge, dal suo iter legislativo alla sua applicazione, per confermarne con orgoglio- sottolinea lo stesso Mario Mantovani- “i punti di forza, ma anche per stimolare interventi migliorativi”.

L’uomo non finisce mai di stupirci. Attratto sin da giovanissimo da cultura, politica, e impegno sociale, dopo la laurea in Lingue, crea due licei a Milano e poi il ‘Liceo Europeo’ ad Arconate. Eletto per due volte al Parlamento Europeo, poi senatore e sottosegretario di Stato, è il politico più votato in Lombardia, regione di cui è stato vicepresidente e assessore alla salute. Sul fronte dell’impegno sociale, è stato fondatore di strutture d’eccellenza per anziani e giovani disabili.

Mario mantovani non poteva assicurarsi una prefazione più illustre per questo suo nuovo saggio, che porta infatti la firma autorevole dell’ex Presidente del senato Marcello Pera.

Semplicemente bellissimo il lead che il Presidente Pera usa per affrontare la sua analisi sul saggio di Mantovani.

“Secondo la dottrina cristiana, l’uomo è persona. Significa – spiega il Presidente Pera- che l’uomo è dotato di intelletto, per capire, e volontà, per agire, e che in virtù dell’uno e dell’altra possiede dignità. E questo, come diceva Agostino, significa che l’uomo ha un “valore intrinseco nell’ordine delle cose”: in termini moderni, è un bene in sé, un valore in sé, un fine in sé. Questo valore dell’uomo è la sua caratteristica originaria e fondamentale, la sua ricchezza, di cui però egli è il depositario ma non il proprietario, perché la fonte – chi gli conferisce il titolo, il grado, di dignità – è Dio. La dignità è la traccia che Dio lascia all’uomo quando lo crea a sua immagine. Per questo la dignità dipende da Dio, un suo dono. Detto ancora con le belle parole di Agostino, «hominis dignitas ex Dei in ipsum dignatione». Che cosa accade quando a questo uomo vengono meno in tutto o in parte il suo intelletto o la sua volontà? Quando subisce un trauma fisico o psichico? Quando è affetto da una malattia o da una menomazione? Diventa fragile, debole, inidoneo, talvolta incapace di comprendere o inabile ad agire. Può anche accadergli di perdere tutto, ma la sua caratteristica originaria, il dono di Dio, gli resta come sua natura indelebile. La dignità non si stacca da lui finché dura la sua vita mortale. È questa la ragione per cui dovrà sempre essere trattato con rispetto. E perché non dovrà mai essere spogliato della sua umanità. Sempre l’uomo resterà un fine. La sfortuna può colpirlo, le avversità possono piegarlo, ma non possono cancellarne la natura. Ciò che Dio ha fatto non si perde”.

Ha ragione Mario Mantovani- aggiunge il Presidente Pera nella sua prefazione al libro- “che non poco si è speso per l’approvazione di questa legge. C’è stato un tempo, soprattutto in Italia, in cui la pietas per la persona si esercitava diversamente. Era il tempo della “famiglia tradizionale”, quando un membro aiutava l’altro, un componente assisteva l’altro, e tutti assieme, quella piccola comunità naturale di fratelli, sorelle, genitori, nonni, conservavano e trasmettevano valori, saperi e sentimenti alla generazione successiva. Per ragioni lunghe da esaminare, questo tempo si è compiuto in modo irreversibile. L’evoluzione sociale ha fatto sì, e sempre più continua a far sì, che la funzione educativa, assistenziale, morale, della famiglia si affievolisca. Sotto le spinte delle esigenze del lavoro, e anche dei nuovi desideri di autonomia, la famiglia oggi si divide, si scompone, si rimpicciolisce. E così ridotta, indebolisce la sua funzione primaria: sente meno i doveri di assistenza, oppure li sente ugualmente ma non può provvedere. Occuparsi di un membro familiare bisognoso di assistenza in casa in molti casi è oggi diventato impossibile”.

L’analisi del Presidente Pera affonda poi la lama nella ferita più sanguinante del momento storico che viviamo.

“Oggi accade anche qualcosa di più drammatico, che ben si coglie non appena si alzi lo sguardo dalla famiglia all’intera società. La crisi del cristianesimo, la diminuzione del peso della nostra religione, la sua riduzione o il suo confinamento in una dimensione solo privata e soggettiva a discapito del suo ruolo nella sfera pubblica, insomma quello che si chiama il secolarismo o la laicità, stanno facendo perdere, all’Italia come all’Occidente intero, anche quella fermezza dei valori di solidarietà e di umanità di cui proprio i più deboli e meno capaci avvertono la necessità”.

Insomma, ci spiega l’ex Presidente del Senato che “Quel patrimonio di fede, inestimabile, sociale e pubblico, che si custodiva fin dalle mura domestiche si sta così disperdendo. Chi sente ancora fortemente il dovere cristiano di provvedere ai deboli? Chi gli fornisce non tanto il sostegno materiale, ma quello affettivo, morale, spirituale, di cui più hanno bisogno? Chi ne ha le possibilità, il tempo, la disposizione? La legge sull’amministratore di sostegno serve anche a questa supplenza”.

Straordinariamente forte la battura del Presidente Pera: “Un caso in cui si mostra come il diritto, indirettamente ma palesemente, assorbe la morale, se ne nutre e le dà forza di legge”.

Si tratta insomma di un gran passo avanti rispetto alla situazione preesistente, una innovazione profonda del diritto civile anteriore, quando l’unico istituto giuridico a disposizione era l’interdizione. Perché, mentre con il sostegno limitato e proporzionato, l’individuo è ancora soggetto attivo, «l’interdetto – come qui avverte ancora Mantovani – perde di fatto ogni autonomia gestionale sui rapporti sociali, sui diritti esistenziali di norma inviolabili; finisce, in extremis, col perdere la propria identità... In pratica, non è più padrone di nulla, nemmeno di sé stesso».

La legge ha ora venti anni e continua a dare buoni frutti.

Il Presidente Pera è molto fiducioso, ritiene che la legge abbia bisogno di qualche aggiustamento, di qualche precisazione, di qualche correzione, lo dice l’esperienza che nel frattempo si è accumulata, e questo v Vale per ogni legge, specialmente per quelle che sono molto innovative. ”Ma intanto la legge c’è -conclude Pera-e un pilastro è stato piantato. La politica, sempre troppo spesso e troppo superficialmente bistrattata, ha fatto il suo dovere. Ha compreso un’esigenza e vi ha posto un rimedio. Sia detto come riconoscimento e ringraziamento a chi, come Mantovani e i presentatori del progetto, vi hanno profuso tante energie. Vent’anni di civiltà, appunto. E di umanità”.

Una lezione morale forte di grande civismo e di grande attualità. Ecco perché il lancio del libro di Mario Mantovani non sarà soltanto un evento culturale, ma certamente molto di più.


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