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Disponibile ovunque.
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Dopo anni di intossicazione dai talent show, che abbiamo dovuto sorbire in ogni deriva immaginabile, possiamo ormai dirlo: il talento raramente nasce tra le pagine di uno script televisivo. Può accadere, è ovvio, ma le meteore, con la loro breve vita, sono sicuramente statisticamente maggiori.
Parafrasando il buon De André, non dai talent, bensì dalle strade nascono i fiori.
I Maville hanno una storia da raccontare che ci riporta alle origini della musica e che conferma che la migliore palestra per un musicista è quella connessione che solo una dinamica da occhi negli occhi può far accendere.
Nessun filtro, nessuna ‘tele-visione’: solo l’esperienza diretta di una performance dal vivo può regalare l’emozione unica racchiusa nella musica. Ecco perché la strada è il vero talent, la vera fucina di talenti.
E con i Maville c'è una realtà di strada in cui confluisce il percorso di un'amicizia. E per ritrovare fiducia nella Musica con la lettera maiuscola, eccone il racconto.
Roberto, il frontman, nasce come busker, artista di strada. Un giorno, come in un film, mentre stava facendo il suo show, si ferma un ragazzo che si mette ad ascoltarlo con attenzione. Si scambiano i contatti, perché il ragazzo ha un gruppo e, subito, tra loro scatta una chimica magica. Questo è il primo step per la nascita dei Maville. E come tutte le band degne di questo nome, l’incontro determinante è quello con un'ala protettiva, un padre putativo pronto a scommettere su di loro. Ancora una volta la strada, mercato di Porta Portese in Roma lo scenario, e qui schiocca la scintilla tra il loro futuro produttore che si innamora di una performance di Roberto nel cuore della Città Eterna e che, dopo aver incontrato e ascoltato anche gli altri musicisti, decide di produrli.
Il frutto di questa storia è il nuovo singolo Ego, disponibile ovunque. Un brano fresco e solare che sprona alla vita tra alternative rock e funk. Una canzone che è il risultato dell’amicizia, quella genuina e viscerale.
L’involucro esteriore racconta di un brano solare, ballabile, coinvolgente, tra dance e funk-rock, per farci ancheggiare. Ma al suo interno c’è un contenuto potente. Il brano è la testimonianza musicale di un affiatamento umano e professionale importante, perché scritto insieme da 4 amici che hanno deciso di dare vita ad una band, ed è il frutto di un lavoro certosino sulle sonorità, sulle timbriche.
E’ un pezzo suonato con una cura artigianale che oggi si usa poco (purtroppo); non c'è niente di prefabbricato. Ecco perché l’amicizia dei Maville è così unica. Il rapporto che si crea tra i membri di una band è molto più profondo di una semplice conoscenza. Esiste un filo invisibile che li unisce, e nasce dall'esigenza condivisa di fare musica: solo loro quattro riescono a spingersi oltre, come un meccanismo naturale della vita, simile al respiro.
Nonostante le differenze individuali, sono uniti dalla passione e dal desiderio di trasmettere emozioni attraverso le loro composizioni. Ma siccome ogni mestiere nasconde fatica, sudore, nervosismi, e la musica non è da meno, nella loro unione i Maville trovano una forza aggiuntiva che gli permette di far girare la ruota del destino senza sforzi. Un'amicizia nata dalla strada, e per questo indissolubile.
Così il frontman, Roberto Lai, in merito al singolo: "Il brano presenta un dualismo tra ciò che è sotto controllo e quello che non lo è. Tra ciò che è e ciò che appare. La canzone parla di quelle situazioni in cui ci troviamo inconsciamente a stringere un "patto" con l'ego per scappare da qualcosa o per rifugiarci altrove. E la domanda che ci poniamo rispetto a questo è se in fondo non sia una forma di protezione...".
Del brano è disponibile anche il videoclip: c’è una piscina e gente che gira intorno: camerieri, modelle, culturisti. Ma al centro di tutto ci sono loro, i Maville, come in uno stravagante party di fine estate. La band suona e tutto gira intorno alla band con movimenti rapidi di camera. Ma nel turbinio non manca l’ironia: notare cosa fanno i singoli personaggi e come si evolvono, aspettando di vedere anche la fine del video oltre la conclusione effettiva. In stile film Marvel, vale la pena gustarselo oltre i titoli di coda.
Il video porta la regia di Gianluca Della Monica e la produzione di Bad Boss Productions di Francesco Stoia e Valeria Cavaliere.