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Fonti: "Non è escluso un punto stampa con i medici, ma non è stato ancora calendarizzato".
Fonti: "Non è escluso un punto stampa con i medici, ma non è stato ancora calendarizzato".
"Come nei giorni scorsi, la notte è trascorsa tranquilla e il Papa ora sta riposando". E' quanto ha fatto sapere stamani la Sala Stampa Vaticana, in merito alle condizioni di Papa Francesco, ricoverato da 15 giorni al Policlinico Gemelli di Roma.
Questa mattina, dicono fonti vaticane, il Santo Padre "si è svegliato, ha fatto colazione, legge regolarmente i quotidiani e continua la terapia e la fisioterapia respiratoria". "Non è escluso un punto stampa con i medici" che lo stanno curando, ma "non è ancora stato calendarizzato" e immaginare che si tenga quest'oggi "è difficile", proseguono.
Oggi, inoltre, il Santo Padre ha mandato un messaggio ai partecipanti al corso per responsabili delle celebrazioni liturgiche episcopali del Pontificio Ateneo Sant'Anselmo: "Mi rallegra - si legge nel messaggio, diffuso attraverso il Bollettino odierno della Sala Stampa Vaticana - notare che avete nuovamente accolto l’invito formulato nella Lettera Apostolica Desiderio desideravi, continuando a studiare la liturgia, oltre che sotto il profilo teologico, anche nell’ambito della prassi celebrativa.
Tale dimensione tocca la vita del popolo di Dio e gli rivela la sua vera natura spirituale. Perciò il responsabile delle celebrazioni liturgiche non è soltanto un docente di teologia; non è un rubricista, che applica le norme; non è un sacrestano, che prepara ciò che serve per la celebrazione.
Egli è un maestro posto al servizio della preghiera della comunità. Mentre insegna umilmente l’arte liturgica, deve guidare tutti coloro che celebrano, scandendo il ritmo rituale e accompagnando i fedeli nell’evento sacramentale.
Come mistagogo, predispone ogni celebrazione con saggezza, per il bene dell’assemblea; traduce in prassi celebrativa i principi teologici espressi nei libri liturgici; affianca e sostiene il Vescovo nel ruolo di promotore e custode della vita liturgica. Così coadiuvato, il pastore può condurre dolcemente tutta la comunità diocesana nell’offerta di sé al Padre, a imitazione di Cristo Signore. Cari fratelli e sorelle, ogni diocesi guarda al Vescovo e alla Cattedrale come a modelli celebrativi da imitare.
Vi esorto, pertanto, a proporre e favorire uno stile liturgico che esprima la sequela di Gesù evitando inutili sfarzi o protagonismi. Vi invito a svolgere il vostro ministero nella discrezione, senza vantarvi dei risultati del vostro servizio. E vi incoraggio a trasmettere questi atteggiamenti ai ministranti, ai lettori e ai cantori, secondo le parole del salmo 115 citate nel Prologo della Regola benedettina: 'Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria' (cfr nn. 29-30).
In ogni vostra mansione, non dimenticate che la cura per la liturgia è anzitutto cura per la preghiera, cioè per l’incontro con il Signore. Proclamando Santa Teresa d’Avila dottore della Chiesa, San Paolo VI ne definiva l’esperienza mistica come un amore che diventa luce e sapienza: sapienza delle cose divine e delle cose umane.
Questa grande maestra della vita spirituale vi sia di esempio: infatti, preparare e guidare le celebrazioni liturgiche significa coniugare tra loro sapienza divina e sapienza umana. La prima si acquisisce pregando, meditando, contemplando; la seconda viene dallo studio, dall’impegno di approfondire, dalla capacità di mettersi in ascolto. Per riuscire in questi compiti, vi consiglio di tenere lo sguardo rivolto al popolo, del quale il Vescovo è pastore e padre: questo vi aiuterà a capire le esigenze dei fedeli, come pure le forme e le modalità per favorire la loro partecipazione all’azione liturgica. Poiché il culto è opera di tutta l’assemblea, l’incontro tra dottrina e pastorale non è una tecnica opzionale, bensì un aspetto costitutivo della liturgia, che deve sempre essere incarnata, inculturata, esprimendo la fede della Chiesa.
Di conseguenza, le gioie e le sofferenze, i sogni e le preoccupazioni del popolo di Dio possiedono un valore ermeneutico che non possiamo ignorare.
Mi piace richiamare, a riguardo, quanto scriveva il primo preside del Pontificio Istituto Liturgico, l’Abate benedettino Salvatore Marsili. Era il 1964: con lungimiranza egli invitava a prendere coscienza del messaggio del Concilio Vaticano II, alla luce del quale non è possibile una vera pastorale senza liturgia, perché la liturgia è il culmine a cui tende tutta l’azione della Chiesa.
Invitandovi a fare di queste parole la prospettiva fondamentale del vostro ministero, auguro a ciascuno di avere sempre a cuore il popolo di Dio, che accompagnate nel culto con sapienza e amore. E non dimenticatevi di pregare per me".
Sarà il Cardinale Angelo De Donatis a celebrare le Ceneri all'Aventino. Lo ha reso noto l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche. "Nel giorno di inizio della Quaresima avrà luogo una celebrazione, nella forma delle 'Stazioni' romane, presieduta da Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Angelo De Donatis, Penitenziere Maggiore e delegato del Santo Padre Francesco, con il seguente svolgimento:
- Alle ore 16.30, nella chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino, inizierà la liturgia 'stazionale' cui farà seguito la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina. Alla processione prenderanno parte i Cardinali, gli Arcivescovi, i Vescovi, i Monaci Benedettini di Sant’Anselmo, i Padri Domenicani di Santa Sabina e alcuni fedeli.
- Al termine della processione, nella Basilica di Santa Sabina, avrà luogo la Celebrazione Eucaristica con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri".