Premio Alveare-Confapi 2025, Franco Napoli “Un inno alla lotta contro la Ndrangheta”

Il Premio Alveare-Confapi 2025 compie i suoi primi 10 anni di vita. Assegnato quest’anno a tre diversi magistrati calabresi, Marisa Manzini, Vincenzo Capomolla e Camillo Falvo.

di Pino Nano
Domenica 27 Luglio 2025
Roma - 27 lug 2025 (Prima Pagina News)

Il Premio Alveare-Confapi 2025 compie i suoi primi 10 anni di vita. Assegnato quest’anno a tre diversi magistrati calabresi, Marisa Manzini, Vincenzo Capomolla e Camillo Falvo.

Premio Alveare-Confapi 2025, Franco Napoli “Un inno alla lotta contro la Ndrangheta”
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Quasi una convention americana venerdì sera quella organizzata dal Vice Presidente Nazionale di Confapi Franco Napoli, presente anche il suo Presidente nazionale Cristian Camisa, a Villa Rendano a Cosenza per il decennale del Premio Alveare, un premio fondato personalmente dal giovane leader di Confapi Calabria Franco Napoli e cresciuto negli anni fino a diventare punto di riferimento del mondo della piccola impresa in tutta Italia.

Quest’anno per il decimo compleanno del Premio, Franco Napoli e Cristian Camisa hanno scelto come focus centrale della serata il tema della legalità e della difesa dello Stato contro ogni forma di criminalità organizzata. Si coglie subito per l’aria che la serata è solenne, se non altro perché sul palco del Premio Alveare 2025 salgono insieme, e per la prima volta nella storia della Calabria, tre alti magistrati.

Si tratta del Sostituto Procuratore Generale di Catanzaro Marisa Manzini, del Procuratore della Repubblica a Vibo Valentia Camillo Falvo, e del nuovo Procuratore della Repubblica di Cosenza Vincenzo Capomolla.

“Tre magistrati- dice Franco Napoli- di cui il Paese deve andare fiero per lo stile il rigore e l’attenzione con cui esercitano ognuno di loro sul proprio rispettivo territorio di competenza le proprie funzioni istituzionali”.

Dice ancora di più il Presidente Nazionale di Confapi Italia Cristian Camisa: “Abbiamo scelto questi tre magistrati perché li riteniamo testimoni autentici della lotta al mondo organizzato del crimine in una regione dove l’alito della ndrangheta è sempre molto pesante, e che con il loro impegno quotidiano e il loro esempio hanno insegnato a intere generazioni di altri magistrati nel resto del Paese a difendere e tutelare gli interessi della piccole imprese come le nostre”.

Francamente non si poteva dedicare ad ognuno di loro oggi un riconoscimento più bello di questo, e tutto questo per la verità lo si coglie perfettamente bene dal grande entusiasmo con cui il pubblico presente, tantissima gente davvero, li applaude e li ascolta. Perché ognuno di loro poi, sollecitato da Francesca Benincasa -nella sua duplice veste di Vice Presidente di Confapi Calabria ma anche di bravissima editorialista di varie testate nazionali- racconta le tante difficoltà di fare rete contro il mondo organizzato del crimine, “perché contro la mafia che opprime le imprese e il tessuto economico- sottolinea Marisa Manzini rivolgendosi al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Sud Gigi Sbarra- serve il coinvolgimento corale della società civile che ci sta intorno”.

Richiamo forte non alla mobilitazione, “ma ad un processo culturale – lo chiama così il Procuratore Vincenzo Capomolla- che dia alla nostra gente maggiore consapevolezza del nostro impegno e del nostro lavoro, troppo spesso soli con noi stessi”.

Una straordinaria lezione di civismo collettivo da questa serata così magica - che vede in prima fila elegantissima il Prefetto di Cosenza Rosa Maria Padovano- ma anche una sorta di auting corale rispetto ad un fenomeno criminale che ormai si annida nei meandri più reconditi del Paese.

Insomma, in tema di lotta alla legalità- lo dice con grande chiarezza il Presidente Nazionale Cristian Camisa- voi calabresi non siete soli, perché anche a Milano o a Bologna si registrano pressioni pesanti che rischiano di strozzare le nostre economie.

Dopo Marisa Manzini e Vincenzo Capomolla è il turno di Camillo Falvo, e chi meglio di lui che controlla e gestisce la giustizia una delle realtà più allarmanti del Paese, la provincia di Vibo Valentia, e dove per anni la Ndrangheta l’ha fatta da padrona, e dove la stessa Marisa Manzini prima di lui ha vissuto giorni mesi e anni di grande tensione per le minacce forti ed esplicite dei clan dominanti?

Premio Alveare 2025, dunque, a tre icone della giustizia calabrese- dice in pubblico il senatore Paolo Naccarato (per lunghissimi anni lui amico personale e fidatissimo dell’ex Presidente Francesco Cossiga), un Premio che è anche un Grazie di tutti noi a  tre magistrati che ogni giorno sono in prima linea contro le cosche mafiose dell’intera regione, un Premio a tre “Servitori dello Stato”- ripete con un tono solenne lo stesso Franco Napoli- e a cui la società calabrese deve un grazie molto speciale”. Ma non solo a loro. Tra i premiati con loro c’è anche il Colonnello dei Carabinieri Andrea Mommo, Comandante del Gruppo provinciale Carabinieri di Cosenza e che si porta alle palle una lunga serie di attività contro le cosche della Piana di Gioia Tauro e una storia di coraggio identica a quella dei magistrati appena premiati.

A Marisa Manzini, Vincenzo Capomolla, Camillo Falvo e Andrea Mommo la platea di Villa Rendano riserva una vera e propria standing ovation, cosa che farà dopo di loro anche con Gigi Sbarra, che qui alla convention di Confapi Calabria spiega alla sua maniera, con grande chiarezza e con grande padronanza della materia i programmi del Governo Meloni in difesa del Sud, ma di questo torneremo ad occuparci con più tempo nei prossimi giorni.


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