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Cosa ci si può aspettare da un personaggio poliedrico eclettico e affascinante come Luigi Tivelli? Senza dubbio il meglio possibile, conoscendo la versatilità e l’intelligenza di questo intellettuale che è cresciuto a pane e politica, e che di questo mondo della politica è diventato nel tempo un civil servant, e che oggi usa la scrittura per raccontare i mille segreti del suo mondo. E l’estate di Sabaudia porta quest’anno il suo nome, e quello della Academy Spadolini che lui guida, proprio per tutta una serie di eventi e di manifestazioni che hanno fatto da cornice alle tante serate di questa perla del litorale laziale.
La location è il salotto esclusivo dell’Oasi di Kufra.L’altra sera ospite di Sabaudia Estate c’èra il nuovo direttore dell’Agenzia delle Dogane, Roberto Alesse, invitato da Luigi Tivelli a raccontare il mondo del potere, partendo proprio dal suo ultimo saggio “Il declino del potere pubblico in Italia. Come salvare la classe dirigente nell'era della globalizzazione e delle pandemie”. Mai tema fu davvero così affascinante.
Cos’è in realtà un Grand Commis di Stato? E soprattutto perché un manager come Roberto Alesse viene considerato dai più come un Grand Commis di Stato? E cosa di così speciale troveremo nel suo ultimo libro dedicato al potere politico?
Di fronte ad un Luigi Tivelli che lo presenta in questo modo, ponendogli indirettamente queste domande, lui Roberto Alesse risponde con una semplicità quasi disarmante.
“Nel corso della mia esperienza istituzionale, quasi trentennale- sottolinea Roberto Alesse- , ho avuto l’onore di servire molte amministrazioni pubbliche diverse fra loro per compiti e finalità. Ovunque sia stato, ho sempre cercato di dare il mio contributo in termini di idee nuove, di maggiore efficienza dell’azione amministrativa, di valorizzazione del capitale umano, di ferrea salvaguardia del principio di legalità. I risultati positivi non sono mai mancati”.
Ma il lancio del suo ultimo libro qui a Sabaudia è in realtà l’ennesima occasione pubblica per spiegare quale sarà la sua mission futura alla guida dell’Agenzia delle Dogane.
“Abbiamo da poco riorganizzato le strutture centrali dell’Amministrazione; ora ci accingiamo a studiare un nuovo modello territoriale di governance per rendere più incisiva l’azione dei nostri funzionari e dirigenti.
Vede, all’Agenzia delle dogane e dei monopoli, c’era bisogno di fare un tagliando urgente e di riportare questa importante amministrazione fiscale al centro dei rapporti istituzionali. La prima esigenza che ho avvertito, appena mi sono insediato, è stata quella di firmare uno storico protocollo di intesa con la Guardia di finanza che è servito a rilanciare la sinergia operativa soprattutto nell’ambito degli spazi doganali ed extra. Una iniziativa opportuna che serve a tutelare maggiormente i settori strategici dell’economia italiana ed europea”.
La premessa con cui Roberto Alesse ha aperto la presentazione del suo volume è di carattere strettamente personale e privata: “Consentitemi, in primo luogo, di ringraziare Luigi Tivelli,amico di vecchia data che ha organizzato questo evento e che assunto, da poco tempo, la presidenza dell’Academy Giovanni Spadolini, che ha come obiettivo quello di rilanciare la figura di questo grande statista e straordinario uomo di cultura che io stesso ho avuto l’onore e la fortuna di conoscere, quando, a metà degli anni ’80, in tempi di prima Repubblica, mi iscrissi, con convinzione, al movimento giovanile del Partito Repubblicano”.
Un passato importante alle spalle dunque per il numero uno dell’Agenzia delle dogane e monopoli, che ha ricordato come “Fu un’esperienza politica molto formativa che rafforzò in me il convincimento che la politica e la cultura sono la faccia della stessa medaglia, era quello che diceva sempre Spadolini, e che, senza adeguati progetti culturali, non si possono guidare i processi decisionali per farli poi approdare verso una tendenziale stabilità dell’ordinamento giuridico, premessa indispensabile per la creazione di uno Stato di diritto, sicuro ed autorevole e, al contempo, vicino ai cittadini”.
Una lezione di stile, una lezione di metodologia politica, e soprattutto una lezione di grande senso dello Stato. Per la tradizione del passato, non si può non dire che ai vertici dell’Agenzia delle Dogane e monopoli è iniziata una vera rivoluzione generale, che non è solo strutturale, ma soprattutto culturale e ideologica.
Dopo di lui ha preso la parola Gianfranco Fini, un pezzo importante della storia del Paese, Vice Presidente del Consiglio, Ministro degli Esteri, leader politico di grande carisma e di grande tradizione, che sulla scia delle cose dette da Alesse ha ricordato quanto la politica abbia contato nella trasformazione sociale della Repubblica e quando sia fondamentale che la democrazia prevalga su ogni forma di tentazione qualunquistica.
Un richiamo forte alla tradizione, al rispetto per la politica e al rigore con cui la politica deve saper affrontare i problemi del Paese, e questo- ha detto Fini- presuppone una classe politica più matura, più consapevole, più fiera del proprio ruolo. Cosa che non sempre da qualche tempo a questa parte è il menù del giorno al popolo italiano. Verranno tempi migliori? Luigi Tivelli ne è convinto, e intanto Sabaudia si prepara a vivere il suo prossimo evento letterario e politico.