Sandro Calvani e la lunga strada nella costruzione di un’idea di sviluppo inclusivo

I diritti umani, lo sviluppo sostenibile, un’altra idea di crescita economica e sociale. Queste le cause che ha sposato l’italiano Sandro Calvani, nel suo lavoro come consigliere senior presso la Mae Fah Luang Foundation di Bangkok.

di Francesco Tortora
Giovedì 05 Giugno 2025
Dal nostro corrispondente a Bangkok - 05 giu 2025 (Prima Pagina News)

I diritti umani, lo sviluppo sostenibile, un’altra idea di crescita economica e sociale. Queste le cause che ha sposato l’italiano Sandro Calvani, nel suo lavoro come consigliere senior presso la Mae Fah Luang Foundation di Bangkok.

Incontriamo Sandro Calvani nella sede della Mae Fah Luang Foundation, a Bangkok. Si tratta di un internazionalista e cosmopolita con un alto profilo professionale e umano. Il suo curriculum sorprende per la grande e lunga esperienza di 45 anni di lavoro in 135 paesi del mondo, come capo missione dell’ONU e di altri organismi internazionali. Sono molto diversi anche i suoi interessi soprattutto nel campo dello sviluppo, della giustizia e della pace, in special modo nelle zone povere del mondo. Le soluzioni che Calvani ha sperimentato pongono al centro le persone umane e le comunità, un approccio efficace  per far ripartire lo sviluppo dopo qualunque tipo di stress, come il narcotraffico, i disastri naturali e le guerre.

Sandro Calvani (73 anni, 4 figli) ex diplomatico e dirigente dell’ONU, ha collaborato con il World Economic Forum ed è stato docente in diverse università internazionali in Asia e in America Latina. Oggi continua il suo impegno come Presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Toniolo per il diritto internazionale della pace, è membro del board globale di Restorative Justice International; vive a Bangkok dove lavora come scrittore (oltre 30 libri e 900 articoli) e consulente senior per la pianificazione strategica presso la Mae Fah Luang Foundation (sotto patrocinio Reale), Bangkok, Thailandia.

 

Calvani ha dedicato tutta la sua vita professionale allo studio dell'innovazione creativa, il pensiero debole, i metodi efficaci di change management, di gestione e superamento dei conflitti. Nei paesi dove ha lavorato, Calvani ha dato priorità a far crescere la libertà e la giustizia che ritiene le due più grandi espressioni dei diritti personali e collettivi.

 

Chiediamo a Calvani informazioni sulla Mae Fah Luang Foundation: perché si chiama così e quando è stata fondata?

 

Sua Altezza Reale la Principessa Srinagarindra creò la Mae Fah Luang Foundation (MFLF), sotto il patrocinio reale, nel 1972: all’inizio prese il nome di Thai Hill Crafts Foundation, per aiutare le comunità montane commercializzando il loro artigianato tradizionale. Successivamente l’attenzione fu rivolta a sostenere l'istruzione di oltre 400 giovani appartenenti a minoranze etniche.

 

La Principessa Madre ebbe una chiara visione di un cammino rigenerativo per porre fine al ciclo della povertà, aiutando le comunità ad aiutarsi da sole, tramite il loro lavoro.

 

Il primo passo per l'MFLF è stato quello di condurre indagini nei villaggi, parlare con la gente e scoprire i loro problemi in prima persona. Questa fase di immersione con gli abitanti dei villaggi durò diversi mesi, per comprendere i problemi e soluzioni possibili.

 

Furono poi incaricati molti volontari in ogni villaggio per facilitare una formazione pratica per realizzare i progetti di piccole imprese che la gente stessa aveva proposto. In questo modo ognuno nei villaggi aveva la sua responsabilità e la Fondazione si limitò ad accompagnare la crescita di autonomia locale.

 

Il più importante nucleo di sviluppo della Fondazione è iniziato nel 1988, in un’area al confine con il Myanmar, nei villaggi di Doi Tung, a 45 minuti dal capoluogo Chiang Rai. Gli obiettivi del progetto inclusero il miglioramento dell’economia, fino ad allora depressa dall’isolamento di quel territorio e dalla coltivazione dell’oppio, la cura dell'ambiente e delle arti e delle tradizioni locali, la celebrazione e l’integrazione delle diverse culture etniche offrirono soluzioni volute e comprese da tutti.

 

Dopo la scomparsa della Principessa Madre nel 1995, Sua Altezza Reale la Principessa Maha Chakri Sirindhorn divenne la Presidente del Board della MFLF.

 

L’anziana Principessa madre, conosciuta per la sua dedizione al miglioramento della vita dei thailandesi, in particolare di quelli della provincia di Chiang Rai, fu soprannominata dalla gente “Mae Fah Luang” (Mamma che scende dal cielo) perché arrivava nei villaggi più sperduti in elicottero. Si tratta di una figura femminile davvero particolare, per la storia thailandese, ma potremmo dire una pioniera dei diritti dei poveri in quell’epoca?

 

Era una epoca molto sfidante. Nata in una famiglia non ricca e non nobile la giovane Sangwan Talapat si fece strada grazie al suo impegno negli studi, che le permise di ottenere diverse borse di studio, per andare al liceo, un privilegio raro per le ragazze a quell’epoca e poi per divenire infermiera alla scuola di Harvard nel Massachusetts. Durante gli studi conobbe il principe Mahidol che stava studiando alla Medical School della stessa università. Grazie a un permesso speciale del Re, si sposarono ed ebbero due figli maschi e una femmina. Durante la Seconda guerra mondiale la famiglia si ritirò in Svizzera. Alla fine della Guerra, a seguito dell’abdicazione del Re Rama VII, il Consiglio della Corona scelse il primo figlio del Principe Mahidol - il Principe Ananda (Rama VIII) - come erede al trono. Alla morte di Rama VIII, la Corona passò a suo fratello il principe Bhumibol che divenne Rama IX e poi regnò per oltre 70 anni e fu molto amato dai thailandesi.  

 

La Principessa madre, ormai anziana si ritirò sulle montagne di Doi Tung in una piccola e semplice villa reale, costruita per lei che esiste ancora oggi ed è divenuta un’attrazione per migliaia di turisti. Il segretario particolare della Principessa madre, Mom Rajawongse Disnadda Diskul, chiamato Khun Chai dagli amici, ricevette istruzioni di facilitare una responsabilizzazione del popolo dei villaggi per avviare una loro crescita economica e sociale. Allora tutta la regione del Triangolo d’Oro era infestata dal narcotraffico, tossicodipendenza, milizie armate, traffico di persone.

 

Nonostante la violenza diffusa, la Principessa madre rifiutò l’uso delle armi, anche per la propria scorta. Generò con il suo esempio molta ammirazione del popolo, che osservò e imitò le attività quotidiane della Principessa madre, come il ricamo (realizzava dei fazzolettini ricamati con dei fiori che regalava a chi le faceva visita), la cura dei giardini e della cucina: aveva un angolo per la cucina europea, un angolo cinese e un angolo Thai; amava ricevere la gente, disegnava anche i piattini in ceramica cinese, sempre da regalare ai suoi ospiti. Da quelle idee semplici o suggerimenti, che oggi si chiamerebbero Nudging, nacquero le idee per le imprese tessili, ceramica per la casa, gestione forestale, visite ai grandi giardini, produzioni di gourmet food, caffè e macadamia che oggi sono le imprese sociali del brand DoiTung.

 

Le imprese sociali e solidali, l’attenzione all’altro e all’ambiente, ma anche la capacità di rialzarsi da soli e creare un modello di sviluppo tutto proprio ed alternativo: di cosa si occupa oggi la Mae Fah Luang Foundation?

 

I marchi DoiTung delle nostre imprese sociali significano produzioni rispettose dell’ambiente, della gente, senza sfruttamento di donne e bambini e senza emissioni tossiche. Tra i nostri partners ci sono imprese dell’alta moda incontrate alla fiera Pitti Uomo di Firenze, grandi distributori come Kaldi Caffè in Giappone e Ikea, per i prodotti in ceramica per la casa e per il tessile, ma anche prodotti per lo sport come Onitsuka Tiger.  

In tutte le linee di produzione si cerca di tagliare la catena del valore per raggiungere direttamente i consumatori.  Per il caffè gourmet siamo tra le pochissime imprese dove i produttori di caffè vendono anche senza intermediari nei nostri coffee shop DoiTung in Thailandia e in Giappone. I turisti che visitano Doi Tung arrivano da ogni parte del mondo. Ci sono anche visite di funzionari e ricercatori sullo sviluppo che studiano il nostro modello da paesi che vivono oggi conflitti simili a quelli della Thailandia quarant’anni fa, come Afghanistan, Colombia, Perù e altri gruppi di studenti universitari che studiano i nostri modelli di impresa e i nostri programmi di scambio del carbonio, previsti dagli accordi internazionali sul cambio climatico.

 

Adesso lei si occupa anche di altri studi sull’innovazione per il futuro?

 

Sì, partecipo a diverse reti di ricercatori sulla riduzione e gestione dei conflitti, sulla giustizia ristaurativa, sulle forme di rigenerazione della pace. Lo faccio attraverso la saggistica e anche usando la narrativa e la scrittura di sceneggiature per film e la produzione filmica. Ogni arte moderna, la letteratura, la cinematografia, il teatro, la musica sono fortemente generative di ispirazione per la felicità della gente.

La mia esperienza professionale nei passati 45 anni e da ultimo il lavoro presso la MFLF mi hanno dato forti ispirazioni che cerco di ritrasmettere a chi è interessato a trovare vie creative per uscire dalla policrisi di quest’epoca di grandi trasformazioni. Il principale successo del programma trasformativo di cambio di mentalità a Doi Tung è la felicità della sua gente e io spero che sia trasmissibile.

 


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