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Una storia di danze e incantesimi che ci trasporta tra i misteri e le passioni dell'antica Britannia.
Una storia di danze e incantesimi che ci trasporta tra i misteri e le passioni dell'antica Britannia.
Con la regia visionaria di Sebastiano Girlando, "Un ballerino alla corte di Re Artù", in scena prossimamente in un teatro romano, è un’esperienza teatrale che spinge il pubblico a immergersi in un mondo di leggende e magie, in cui il linguaggio della danza si intreccia al mito, dando vita a uno spettacolo unico, potente e carico di simbolismo.
Siamo catapultati nella Britannia dei Cavalieri della Tavola Rotonda, ma questa volta la narrazione si arricchisce di un elemento sorprendente e audace: la figura di un ballerino che si muove tra i cortigiani e gli eroi come un incantatore silenzioso. Le coreografie, vibranti e studiate al dettaglio, diventano quasi dialoghi tra i personaggi, rendendo la danza uno strumento di comunicazione altrettanto forte e significativo della parola. Non ci sono solo balletti, ma veri e propri sortilegi di movimento, dove ogni passo, ogni arabesco diventa simbolo di un pensiero o di un sentimento.
La regia di Girlando è mirabile nel mescolare gestualità primordiali a dinamiche moderne, facendo emergere il "sacro fuoco dell'amore puro" che, in questo spettacolo, brucia senza profanare né corpo né umanità. "Un ballerino alla corte di Re Artù" è una saga che si nutre di saggezza antica e sobrietà cavalleresca, restituendo allo spettatore l’essenza delle grandi storie d’amore e le sfide dei cavalieri, senza tempo e senza luogo, ma immerse nel misticismo e nella bellezza.
Lo spettacolo si afferma come un unicum, un manifesto artistico che rinverdisce le leggende del ciclo arturiano in modo rispettoso e innovativo, capace di rendere omaggio alla grande tradizione teatrale e alla danza stessa come linguaggio universale. L’effetto finale è quello di un’antica epifania, una scoperta di qualcosa di antico e prezioso che si svela e si rinnova davanti agli occhi incantati del pubblico.
Chi ha il privilegio di assistere a "Un ballerino alla corte di Re Artù" si ritrova testimone di un capolavoro che invita a dire, con orgoglio e gratitudine: “Io quel giorno c’ero!”.