Biblioteca Nazionale di Cosenza, Fabio Gallo: “Abbiamo digitalizzato e consegnato 300mila tra testi e Manoscritti”.

La notizia è destinata a fare il giro dei grandi circuiti culturali di mezza Europa, soprattutto perché riguarda una regione come la Calabria, ancora molto lontana dai grandi sistemi di Intelligenza Artificiale.

di Pino Nano
Domenica 28 Aprile 2024
Roma - 28 apr 2024 (Prima Pagina News)

La notizia è destinata a fare il giro dei grandi circuiti culturali di mezza Europa, soprattutto perché riguarda una regione come la Calabria, ancora molto lontana dai grandi sistemi di Intelligenza Artificiale.

Un autentico segno di rinascita e resilienza- ci spiega Fabio Gallo- che questa volta proviene invece dalla Biblioteca Nazionale di Cosenza che sorge nel cuore della Città Storica, tra le più belle d’Italia. “Abbiamo infatti consegnato all’ICCU, che è l’Istituto per il catalogo Unico e Repertorio Bibliografico del Ministero della Cultura a Roma, 300mila carte di Libri Antichi, libri del 500, 600, 700, 800, e Manoscritti di grandissimo valore storico presenti da tantissimi anni nella Biblioteca Nazionale di Cosenza”.

 

Un’importante opera di digitalizzazione che mira oggi a recuperare l’identità e la memoria di un ampio territorio come quello calabrese, perché possa essere fruibile non solo dagli studiosi più navigati, ma da tutti e, così, restituita finalmente ai cittadini comuni.

Parliamo qui di una iniziativa nel campo della digitalizzazione di beni librari unica nel suo genere in Calabria e il cui merito spetta al “Centro di Alta Competenza Connessioni” istituito dalla Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” dopo una convenzione appositamente stipulata con la Biblioteca Nazionale di Cosenza.

 

La Fondazione “Paolo di Tarso”, con la consegna di un così cospicuo volume di carte digitalizzate, ha così dato il via ai lavori del primo “Polo per la digitalizzazione e catalogazione dei Beni Librari Antichi e Manoscritti e dei Beni Culturali” che nasce per la valorizzazione e la tutela del patrimonio culturale anche da calamità naturali.

 

Il Polo di cui parliamo ha recentemente inaugurato la sua prima sede operativa nel borgo antico di Castrolibero, alle porte di Cosenza, e in sole due settimane pensate, nel campo dei Beni Culturali ha già digitalizzato l’Abazia della Sambucina voluta da San Bernardo di Chiaravalle e tutte le Opere d’Arte del 600 napoletano presenti nel comune di Cerisano nella nota Cappella Gentilizia custodita dalla Confraternita del Rosario.

 

“Per noi è motivo di enormi soddisfazioni”- dice il Segretario Generale della Fondazione “Paolo di Tarso” Fabio Gallo- che attribuisce i meriti di questo successo al Direttore della Biblioteca Nazionale di Cosenza Massimo De Buono e alla Co-fondatrice del “Centro di Alta Competenza Connessioni”, Eleonora Cafiero, responsabile del progetto, e “alla quale si deve il merito- dice ancora Fabio Gallo- di essere riuscita a creare un programma realizzato in tempi brevi con l’utilizzo di tecnologie innovative, aprendo così la stagione della digitalizzazione prevista anche dal PNRR a supporto di Enti Pubblici e privati”.

 

Provare per credere, o meglio “digitare per vedere direttamente parte di questi risultati”.

 

Alcuni tra i libri antichi e manoscritti digitalizzati, sono infatti già presenti nel Museo Digitale di Calabria Excelsa (www.calabriaexcelsa.it), primo Museo Digitale in Italia, recentemente presentato al mondo della cultura italiana presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati.

 

Meriti di altissimo profilo istituzionale, dunque, nel campo della digitalizzazione del patrimonio culturale italiano che hanno consentito a Fabio Gallo e alla Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” di ricevere in forma ufficiale la Medaglia d’Oro “Fojer des Artistes” attribuita loro nell’Aula Magna dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma.

 

La prima cosa che a questo punto ci viene in mente, leggendo poi queste note d’agenzia e questi flash di cronaca culturale che ci vengono direttamente dai grandi centri culturali italiani, è che basterebbe assai poco per salvare, se non altro, almeno la Grande Emeroteca storica della Biblioteca Civica di Cosenza, dove basterebbe digitalizzare i giornali che oggi rischiano di marcire sotto la polvere e l’umido degli scantinati della Civica, e riportare questo immenso patrimonio storico e giornalistico calabrese all’attenzione di tutti gli appassionati di questi temi e che in ogni parte del mondo pagherebbero chissà che cosa per leggere i giornali che noi, anni fa, abbiamo avuto il privilegio di avere per le mani e di fotografare. Non tutto, insomma, per fortuna è da leggere in chiave negativa.


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