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G7 appena concluso, è il momento dei commenti e delle opinioni. Per il sociologo e scrittore prof. Rocco Turi “questo G7 italiano lascerà il segno negli anni che verranno”.
G7 appena concluso, è il momento dei commenti e delle opinioni. Per il sociologo e scrittore prof. Rocco Turi “questo G7 italiano lascerà il segno negli anni che verranno”.
Ha guidato il G7 Italia con autorevolezza, ha stupito il mondo e ha tracciato la rotta alla quale i leader mondiali si sono adeguati. Pur di attaccare la Presidente del Consiglio che ha finalmente dato prestigio alla nostra Nazione dopo decenni di declino, i politici italiani definiscono l’evento di Borgo Egnazia “una fallimentare passerella”
La conferenza stampa di Giorgia Meloni al termine del G7 Italia è stata fra le più soft e leggere, mai viste in questi ultimi due-tre anni. Finalmente i giornalisti faziosi hanno imparato a restare sintonizzati alla materia, ma non del tutto; hanno forse capito che tendere agguati e colpi bassi su argomenti in digressione dal tema principale sarebbero stati dannosi all'immagine internazionale dei giornali per i quali scrivono?
Sono state dodici domande coerenti, tranne un caso, oltre un paio di quesiti provenienti da interpretazione giornalistica faziosa, piuttosto che dai temi affrontati all’interno del G7.
Non poteva mancare la domanda sulla rissa tra parlamentari nella Camera del Deputati, licenziata dalla Meloni come “provocazione” in giorni in cui sarebbe stato messo in atto il tentativo di porre in cattiva luce la nostra Nazione, senza riuscirci: “Prevedo - dice Giorgia Meloni - che le provocazioni aumenteranno”; e poi: “Neanche questo è riuscito a rovinare il successo del vertice”.
Soprattutto, Giorgia Meloni ha potuto chiarire la pretestuosità relativa alla polemica sull’aborto. In tanti si erano soffermati sullo “sguardo gelido di Meloni a Macron”, ma si trattava di un ferma-immagine scelto ad arte per costruire polemica attribuendo alla Meloni parole mai pronunciate.
Secondo i commentatori faziosi, Macron avrebbe voluto inserire nel documento finale il tema dell’aborto, già affrontato nel precedente G7 di Hiroshima, a scopo elettoralistico come messaggio ai francesi dopo l’affermazione di Marine Le Pen alle recenti votazioni europee. Vero è che il presunto “sguardo gelido”, ben ritagliato dai fotografi, si era verificato ben prima dell’inizio dei lavori del G7.
Un giornalista, in particolare, avrebbe voluto sapere “perché non è stato inserito il termine aborto nelle conclusioni e perché ci si è limitati a un richiamo alla dichiarazione finale di Hiroshima”; a parere del giornalista “il Presidente francese Macron si è detto dispiaciuto per questo e ha ricordato che la Francia ha inserito, ha previsto il diritto all’aborto in Costituzione”. Inoltre: “Lei farebbe la stessa proposta in Italia? La sua maggioranza intende modificare, aggiornare la legge 194 sull’interruzione di gravidanza?”.
Provocazione fallita perché Giorgia Meloni ha potuto ben spiegare come la ricostruzione non fosse corretta e all’interno del vertice non c’è stata alcuna polemica; anzi, queste sono le sue precise parole:
“Ho detto mille volte che non intendo modificare la legge 194, intendo applicarla, applicarla in tutte le sue parti, credo che sia una legge molto equilibrata, fatta molto bene e credo che non abbia bisogno di essere modificata. Sul tema del perché non ci sia il riferimento alla parola aborto ho già risposto, perché solitamente accade che nei documenti finali di queste sessioni le cose che sono già date per acquisite non vengono ripetute pari-pari. Noi abbiamo richiamato le dichiarazioni di Hiroshima; nelle dichiarazioni di Hiroshima era molto chiaro questo passaggio sulla necessità di garantire l’accesso all’aborto libero e sicuro e di solito in questi documenti, per evitare di renderli inutilmente ripetitivi, quando una cosa si ripete, si richiamano i documenti precedenti. Credo sinceramente che la polemica sia stata costruita in maniera totalmente artefatta; e infatti è una polemica che non è esistita nel vertice, che non è esistita nelle nostre discussioni proprio perché non c’era nulla su cui ci fosse ragione di litigare e quindi io penso, capisco ovviamente, insomma, capisco le ragioni per cui queste polemiche nascono, capisco perché da alcuni vengono alimentate ma non era oggettivamente un tema che dalle parti nostre è stato oggetto di questa discussione”. Insomma, la provocazione sui rapporti fra Meloni e Macron è stata rimandata al mittente.
Riguardo al “rischio di passi indietro rispetto al tema dei diritti LGBTQ+”, esibito dal giornalista del Washington Post, Meloni ha spiegato che, come dimostra il documento conclusivo del vertice, passi indietro non sono stati fatti e ha aggiunto:
“Mi pare che quello che è accaduto in questi due anni di Governo italiano dimostri una realtà molto diversa da un racconto che purtroppo - mi consenta - vedo animato senza ragione da diversi presunti osservatori.
Le ricordo che il Governo italiano non ha fatto alcun passo indietro rispetto a quella che è l’attuale normativa in tema di aborto, di diritti degli lgbt e compagnia cantante in questi due anni e quindi le vostre aspettative sono state, o le aspettative di alcuni, diciamo, sono state… come dire, insomma… deluse… ecco, però probabilmente sono state deluse perché il racconto non corrispondeva alla verità come purtroppo molto spesso ho visto accadere in Italia e nel mondo quando si racconta la realtà italiana”.
Tuttavia, lo stesso giornalista del Washington Post ha riconosciuto in Giorgia Meloni “crescente capacità di influenza a livello europeo”. Proprio così.
Gli altri giornalisti si sono limitati a domande sui temi affrontati nel corso del vertice, ma tutti hanno mostrato consapevolezza sulla grande “capacità di influenza” da parte di Giorgia Meloni, unica leader uscita vittoriosa dalle elezioni europee. Lo si è visto nel rapporto di empatia creatosi con gli altri leader mondiali presenti in Borgo Egnazia di Puglia in questi tre giorni di vertice. Giorgia Meloni ha stupito il mondo e ha tracciato la rotta alla quale tutti si sono adeguati. Purtroppo, pur di affossare la leader che dopo decenni di declino ha finalmente dato prestigio alla nostra Nazione, i politici italiani sono pronti a tutto, anche ad “ostacolarla con i propri corpi”; ma l’Italia - come dice Giorgia Meloni - è “al centro del mondo”.