Immigrazione, Aurora D’Errico: può diventare anche un viaggio all’inferno
La dolente riflessione dell’avvocato e scrittrice(NELLA FOTO) sull’immigrazione partendo da un racconto di De Amicis. La profezia di Pasolini. Alcune scene da odissea.
(Prima Pagina News)
Sabato 14 Ottobre 2023
Roma - 14 ott 2023 (Prima Pagina News)
La dolente riflessione dell’avvocato e scrittrice(NELLA FOTO) sull’immigrazione partendo da un racconto di De Amicis. La profezia di Pasolini. Alcune scene da odissea.

Cogli occhi spenti, con le guance cave, pallidi, in atto addolorato e grave, sorreggendo le donne affrante e smorte, ascendono la nave come si ascende il palco della morte… Ammonticchiati là come giumenti sulla gelida prua morsa dai venti, migrano a terre inospiti e lontane; laceri e macilenti, varcano i mari per cercar del pane…” Sono alcuni dei versi della poesia “Gli emigranti”, scritti nell’800 da Edmondo De Amicis, in cui si evince lo stato d’animo di tutti i passeggeri, spinti dalla più angosciante disperazione, che si imbarcavano in quei lunghi viaggi della speranza, o per usare la stessa frase di De Amicis, “un viaggio all’inferno”.

Operai, ragazzi, contadini, donne, bambini con gli occhi terrorizzati, in lacrime, che tenevano strette tra le loro mani tremanti valige di cartone legate con uno spago dove vi era rinchiuso tutto il loro avere. De Amicis affrontò il tema dell’immigrazione in più dei suoi scritti, come il libro “Sull’Oceano”, in cui lui stesso si imbarcò come corrispondente per il Nacional, sul piroscafo Galileo diretto dall’Italia verso l’Argentina. Nell’800, infatti, nel nostro paese, le precarie condizioni di lavoro e di vita della maggior parte delle classi rurali e operaie spinsero molti ad abbandonare la loro patria per trovare fortuna in altri Stati lontani.

In entrambe le opere di De Amicis, ci sono situazioni descritte, che richiamano alla realtà attuale, vissuta proprio dai nuovi immigrati, questa volta, per lo più, provenienti dai Paesi dell’Africa, Ucraina, Asia…. Stesse scene, stessa umiliazione, stesso dolore, stessa sofferenza, paura, con gli occhi pieni di speranza e di sogni da realizzare. Le parole usate negli scritti del poeta sono piene di significato, di amarezza, angoscia.

 E anche un altro grande uomo come Pier Paolo Pasolini ha anticipato ciò che sarebbe accaduto in futuro. “La migrazione degli ultimi della terra è irreversibile, è un cammino spaziale che di necessità prima o poi questi compiranno, per il riscatto della oppressione, dello sfruttamento subiti nel tempo. La conseguenza sarà un mutamento di grossa portata, traumatico ma non distruttiva.”

 
E la storia si ripete ancora, pur essendo trascorsi centinaia di anni, ormai, da quando i primi conquistatori europei (Spagnoli, inglesi, italiani), diedero inizio a imponenti migrazioni di massa verso l’Australia, l’America, l’Africa, l’Asia, sterminando quasi sempre ovunque gli abitanti indigeni di quei posti incontaminati, o rendendoli schiavi, distruggendo la loro razza, saccheggiando i loro villaggi, depredandoli delle loro ricchezze, come l’oro, argento, pietre preziose… E anche i nostri lontani avi italiani sono stati tra gli emigranti che hanno abbandonato la nostra patria per cercare fortuna dall’altra parte del mondo. Fin dalla preistoria l’essere umano si è sempre spostato da un posto all’altro della terra perché in cerca di cibo.

Le migrazioni degli ebrei dall’Egitto verso la Terra promessa, ma anche i fenici, i romani, i greci. E succede che tutt’oggi, gli individui di ogni parte del globo terrestre, continuino ad emigrare dai loro paesi di origine, perché spinti dalla mancanza di lavoro, dalla guerra, dalla miseria, dalla carestia, dai sistemi dittatoriali, dalle persecuzioni politiche, religiose o semplicemente da calamità naturali. I flussi migratori aumentano di giorno in giorno con tutte le conseguenze cui stiamo assistendo.

Il più delle volte sono percorsi lunghi e molto pericolosi, soprattutto per coloro che debbono attraversare il deserto e la detenzione nelle dure prigioni della Libia e per le traversate in mare con barchette sovraffollate di corpi umani ammassati come bestie. Recentemente è uscito nelle nostre sale cinematografiche un film meritevole di essere visto: “IO CAPITANO” di Matteo Garrone, che in quella pellicola ha saputo rappresentare tutto ciò che più di disumano esiste nel percorrere la strada dell’ immigrazione, quella dura, vera, oscura strada che in molti decidono di intraprendere e che il più delle volte li conduce dritti alla morte.

 Non dimentichiamoci, infatti, che molti di loro sono vittime di sfruttamento sessuale, sono venduti come schiavi, vengono uccisi per essere venduti al mercato degli organi umani, hanno subito torture e maltrattamenti di ogni tipo.

Che poi, come sempre succede in ogni contesto, tra di essi ci siano criminali fuggiti ai loro paesi per non scontare le pene come conseguenze dei reati commessi, oltre a persone senza scrupolo pronti a lavorare per la malavita locale, non è una novità. La materia che regola l’immigrazione è molto complessa. I Paesi UE impongono un requisito fondamentale per ottenere sia un permesso di soggiorno che quello di cittadinanza, ovvero quello di avere una propria autonomia economica.

Ma a questa regola, il diritto internazionale prevede alcune eccezioni che si riferiscono a tutti coloro che sono vittime di persecuzioni politiche, religiose e che provengono da Paesi in cui è in atto una guerra, una dittatura e atti persecutori. In tutti questi casi, è previsto il “diritto d’asilo” e “l ’assistenza sanitaria”, in quanto sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

Ma al di là delle varie convenzioni internazionali, mi sono sempre chiesta del perché il fenomeno dell’immigrazione facesse così tanta paura. Forse perché abbiamo paura di ciò che non conosciamo, dell’ignoto, della diversità??? Infatti, a causa di queste paure, accanto al diffondersi del fenomeno migratorio, si sta sempre più diffondendo un altro fenomeno noto con il nome di “Xenofobia”, ovvero  “ avversione indiscriminata nei confronti dello straniero e di tutto ciò che proviene dall’estero”.

Perché si ha tanta paura di una persona diversa da noi? Per il colore della pelle, per la lingua, per le loro abitudini diverse, o perché di diverse religioni?? E questa “diversità” perché dovrebbe spaventarci così tanto, a tal punto da essere legittimati nel provare “odio” di fronte agli emigrati????

E’ questo a cui ha portato il nostro benessere, la nostra civilizzazione e tutta la nostra super moderna tecnologia???? Siamo davvero arrivati ad essere così indifferenti, cinici e senza un briciolo di umanità???? A non avere affatto pietà, compassione, amore nei confronti di quelle povere anime in pena che attraverso la fuga ambiscono solo una cosa: vivere ????

E vorrei ricordare a tutti coloro che non hanno mai letto un libro di storia, che gli italiani sono stati tra i primi colonizzatori. Non vi dice niente un certo Cristoforo Colombo, (Cristòbal Colòn) noto per lo più, come lo scopritore del continente americano, ma ricordato anche per “il regno dell’orrore” che costrinse i nativi di quelle terre lontane a lavorare come schiavi nelle miniere d’oro fino a morire soffocati, per non parlare poi della vendita di bambine dai 9 ai 10 anni, come schiave sessuali?

Ebbene, miei cari lettori, quel signore era italiano. Per questo, riflettiamo attentamente prima di odiare qualcuno, senza motivo, senza un perché, e cerchiamo di eliminare le distanze in tutti i vari aspetti e contesti anche leggendo di più, documentandoci sempre e andando alla ricerca della verità, attraverso la cultura, la conoscenza, il rispetto della diversità e la salvaguardia dei diritti, in modo che ci si possa avvicinare sempre di più ad una migliore convivenza tra i popoli, tra le persone, perché solo percorrendo la strada della fratellanza, della comprensione e dell’amore, potremo raggiungere una convivenza pacifica in ogni luogo della Terra e vivere in santa pace per quei giorni che ci restano ancora.

E ricordando le parole di uno dei più brillanti filosofi mai esistiti, Friedrich Nietzsche: “Non si può essere felici finché intorno a noi tutti soffrono e si infliggono sofferenze; non si può essere morali fintantoché il procedere delle cose umane viene deciso da violenza, inganno e ingiustizia; non si può neppure essere saggi fintantoché l’umanità non si sia impegnata nella gara della saggezza e non introduca l’uomo alla vita e al sapere del più saggio dei modi.”

Avv. Aurora d’Errico – avvocato e scrittrice – curatrice del blog mobgmagazine.it. molto seguito

 


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