L'Ue riduce le stime di crescita del Pil italiano: +0,7% quest'anno

+1% nel 2025.

(Prima Pagina News)
Venerdì 15 Novembre 2024
Roma - 15 nov 2024 (Prima Pagina News)

+1% nel 2025.

La Commissione Europea riduce le stime di crescita del Pil italiano: secondo le previsioni d'autunno, per quest'anno si attende una crescita dello 0,7%, 0,2 punti in meno rispetto alle stime dello scorso maggio, e dell'1% nel 2025 (le stime precedenti parlavano di un aumento dell'1,1%). Per il 2026, invece, si prevede il +1,2%.

Restano confermate le previsioni di crescita economica dell'Eurozona per quest'anno: si attende un aumento del Pil dello 0,8%, in linea con le attese di maggio. Per il 2025, invece, la crescita attesa si riduce, passando dall'1,4% all'1,3%. Per il 2026, invece, si attende un rialzo dell'1,6%. Si riducono le stime per tutta l'Ue, dove ci si attende un aumento del Pil dello 0,9% nel 2024 (da 1%), dell'1,5% nel 2025 (da 1%) e dell'1,8% nel 2026.

Il Pil tedesco è in recessione allo -0,1% nel 2024 (nel 2023 era a -0.3%). Per il prossimo anno, Bruxelles si attende il +0,7%, mentre nel 2026 dovrebbe toccare il +1,3%. Per la Francia, invece, la Commissione Ue prevede il Pil all'1,1% nel 2024, 0,8% nel 2025 e 1,4% nel 2026, mentre per la Spagna si attende il +3% nel 2024, +2,3% nel 2025 e +2,1% nel 2026.

Per quel che riguarda l'Italia, secondo le stime di Bruxelles, il debito pubblico sarà al 136,6% del Pil nel 2024, al 138,2% nel 2025 e al 139,3% nel 2026. Si tratta di previsioni che migliorano le attese della scorsa primavera, quando ci si attendeva un aumento del debito pubblico al 138,6 nel 2024 e al 141,7% nel 2025. Stando a quanto emerge dal Documento programmatico di bilancio italiano inviato a Bruxelles, il rapporto debito/Pil è previsto al 135,8% a fine anno, al 136,9% nel 2025 e al 137,8% nel 2026.

Il deficit italiano, inoltre, passerà dal 7,2% dello scorso anno al 3,8% nel 2024, per poi scendere ancora al 3,4% nel 2025 e al 2,9% nel 2026, contrariamente a quanto stimato in primavera, (4,4% il disavanzo/Pil atteso nel 2024 e 4,7% nel 2025). Per il Dpb italiano, si prevede un rapporto deficit/Pil al 3,3% nel 2025 e al 2,8% nel 2026.

In Italia, fa sapere Bruxelles, "si prevede che il Pil reale crescerà dello 0,7% nel 2024, sostenuto dagli investimenti e dal calo delle importazioni. L'attività economica è destinata a crescere rispettivamente dell'1% e dell'1,2% nel 2025 e nel 2026, con l'aumento dei consumi e l'accelerazione della spesa correlata al Pnrr".

"Si prevede che l'eliminazione graduale di consistenti crediti d'imposta per l'edilizia abitativa e le entrate sostenute spingeranno il deficit pubblico in modo significativo verso il basso", evidenzia la Commissione Ue. "Al contrario, il rapporto debito/Pil è destinato a salire nel periodo di previsione, raggiungendo il 139,3% del Pil nel 2026 (dal 134,8% del 2023), spinto dall'impatto ritardato dei crediti d'imposta per la ristrutturazione degli alloggi maturati nel deficit fino al 2023".

Si registra un aumento dei rischi al ribasso e dell'incertezza per le prospettive economiche, perché "la prolungata guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e l'intensificarsi del conflitto in Medio Oriente alimentano rischi geopolitici e rischi per la sicurezza energetica. Un ulteriore aumento delle misure protezionistiche da parte dei partner commerciali potrebbe sconvolgere il commercio globale, gravando sull'economia altamente aperta dell'Ue".

Le stime sono state elaborate il 31 ottobre, mentre le ipotesi sulle politiche governative risalgono al 25 ottobre, quando ancora non si conoscevano gli esiti delle Elezioni Presidenziali negli Stati Uniti.

"Sul fronte interno, l'incertezza politica e le sfide strutturali nel settore manifatturiero potrebbero comportare ulteriori perdite di competitività e gravare sulla crescita e sul mercato del lavoro. Inoltre, ritardi nell'attuazione dei Piani di Ripresa e resilienza o un impatto più forte del previsto dal consolidamento fiscale potrebbero ulteriormente frenare la ripresa della crescita. Infine, le recenti inondazioni in Spagna illustrano le conseguenze drammatiche che la crescente frequenza e portata dei disastri naturali possono avere non solo per l'ambiente e le persone colpite, ma anche per l'economia".

"Ritardi nell'implementazione dei Pnrr nazionali o un impatto più forte del previsto dal consolidamento fiscale potrebbero ulteriormente frenare la ripresa della crescita". "Per ora le nostre previsioni sono confermate". "Allo stesso tempo, se l'inflazione dovesse scendere più rapidamente del previsto, la politica monetaria potrebbe rivelarsi più accomodante". Così il Commissario Europeo per gli Affari Economici, Paolo Gentiloni, presentando le previsioni economiche d'autunno.

"Per il debito" italiano, ha evidenziato l'ex premier, "non c'è dubbio che dopo una riduzione negli anni successivi alla pandemia ci sia una stabilizzazione" anche con l'aspettativa di un leggero aumento. "E' in parte consistente" ma è anche "dovuto al protrarsi dell'impatto del superbonus. Quindi credo sia abbastanza assodato che nell'insieme questa misura che pure aveva delle ragioni comprensibili è uscita un po' fuori dal controllo e ha avuto un impatto più negativo che positivo" sui conti pubblici, ha aggiunto.

"In Italia, si prevede che il Pil reale crescerà dello 0,7% nel 2024, come nel 2023, con investimenti infrastrutturali che compenseranno il freno all'edilizia residenziale. Gli investimenti sostenuti dal Pnrr dovrebbero riprendere nel 2025 e nel 2026, portando la crescita economica rispettivamente all'1 e all'1,2%", ha continuato Gentiloni, secondo cui "un'eventuale svolta protezionistica della politica commerciale statunitense sarebbe estremamente dannosa per entrambe le economie", quella Usa e quella dell'Europa.

"La Commissione europea collaborerà con la prossima amministrazione statunitense per promuovere un'agenda transatlantica forte e garantire che i canali commerciali internazionali rimangano aperti, rendendoli al contempo più sicuri", ha detto ancora Gentiloni.

Per quanto riguarda le stime di nuove politiche protezionistiche da parte di Washington, ha concluso il Commissario agli Affari Economici, "è ovvio che questo scenario potrebbe avere ripercussioni in alcuni paesi, in particolare nei paesi" più esposti. "I due paesi con un surplus commerciale più elevato nei confronti degli Usa sono Germania e Italia". "Quindi c'è un potenziale impatto, soprattutto in alcuni Paesi".


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