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Ex Ministro della Giustizia israeliano: "Credo che il cessate il fuoco con Hezbollah sia dietro l'angolo".
Ex Ministro della Giustizia israeliano: "Credo che il cessate il fuoco con Hezbollah sia dietro l'angolo".
Ci sono dei passi in avanti verso il cessate il fuoco in Libano: il Ministro del Lavoro, Mostafa Bayram, ha dichiarato che in settimana il Paese comunicherà la sua “posizione positiva” in merito alla proposta di tregua appoggiata dagli Usa.
Washington aveva consegnato la bozza dell'accordo a Beirut la settimana scorsa e domani l'inviato americano, Amos Hochstein, dovrebbe vedersi con il Presidente del Parlamento libanese, Nabih Berri, che è anche leader del movimento sciita Amal, alleato di Hezbollah, mediatore per conto del governo e dei militanti.
Dopo aver incontrato Berri, Bayram aveva detto che il ruolo di Hezbollah “è assicurarsi che l’aggressione israeliana fallisca nel raggiungere i suoi obiettivi, mentre la negoziazione spetta allo Stato e al governo”.
Stando a quanto riferiscono funzionari e fonti diplomatiche, anche Hezbollah sarebbe aperto alla proposta. Un diplomatico occidentale a conoscenza dei colloqui ha detto alla Associated Press che c'è “cauto ottimismo”. “Gli sforzi diplomatici stanno convergendo verso un cessate il fuoco, ma è ancora nelle mani e nelle menti dei principali attori decidere se è nel loro interesse fermare le cose ora”, ha detto.
Il cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah "è dietro l'angolo. Questa è la mia speranza e anche la mia valutazione", ha detto ad Al Jazeera l'ex Ministro della Giustizia israeliano, Yossi Beilin. “Di solito, quando si parla di cessate il fuoco, gli eserciti provano a raggiungere gli ultimi traguardi in modo che, quando verrà dichiarato il cessate il fuoco, si trovino in una posizione migliore”, ha precisato l'ex Guardasigilli. “Israele non può ritirarsi se tutti gli ostaggi sono ancora a Gaza ed è nostro compito garantire che i sopravvissuti ritornino“, ha concluso.
“Una condizione per qualsiasi accordo con il Libano è la piena libertà d’azione di Israele contro qualsiasi violazione“. Così, su X, l’ex membro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz.
Sono 46 i palestinesi uccisi dall'alba di stamani nei raid delle Idf contro la Striscia di Gaza, 30 dei quali hanno colpito il Nord dell'enclave. E' quanto hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera. Un raid ha distrutto una casa vicino all'ospedale Kamal Adwan e ucciso almeno 17 persone. Altri 7 palestinesi sono morti e molti altri rimasti feriti nel corso di un bombardamento che ha colpito una casa in Via Jalaa, nell'area occidentale di Gaza City. Altri attacchi sono stati registrati a Khan Younis e a Nuseirat.
“Vedremo come sarà formulata ma boicottare il dialogo con Israele non ha alcun senso“. Così il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del Consiglio Europeo degli Affari Esteri, a Bruxelles, replicando ad una domanda in merito alla proposta avanzata dall'Alto Rappresentante Europeo per la Politica Estera, Josep Borrell, per far rispettare l'accordo d'associazione con Israele e chiedere di fermare l'esportazione dei prodotti dai territori occupati.
“È una proposta che non ci trova assolutamente d’accordo. Si possono avere idee diverse da quelle di Israele ma pensare di interrompere il dialogo con Israele non ha alcun senso ma soprattutto non è utile se si vuole arrivare alla pace“, ha ribadito Tajani.
Decine di familiari di ostaggi israeliani stanno manifestando fuori dall'abitazione del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a Gerusalemme, per chiedergli di arrivare ad un accordo per la liberazione di tutti coloro che sono rimasti nelle mani di Hamas, a Gaza. “Gli ostaggi non sopravviveranno al freddo gelido dei tunnel di Gaza”, dichiarano gli organizzatori della protesta in una nota, ripresa dal Times of Israel, “mentre Netanyahu e il suo team sono impegnati a cercare di distorcere l’opinione pubblica, 101 ostaggi stanno morendo in condizioni impossibili“.