Omicidio Tramontano, medici legali: "Sul suo corpo non ci sono lesioni da difesa"
"Sembra che sia stata colpita alle spalle".
(Prima Pagina News)
Giovedì 04 Aprile 2024
Milano - 04 apr 2024 (Prima Pagina News)
"Sembra che sia stata colpita alle spalle".
Nuova udienza, questa mattina, alla Corte d'Assise di Milano, nell'ambito del processo contro Alessandro Impagnatiello, il ragazzo di 30 anni accusato di aver ucciso la sua ex fidanzata, Giulia Tramontano, e il figlio Thiago, che portava in grembo da 7 mesi.

Il Tribunale ha ordinato che l'udienza si tenesse “a porte chiuse” per la “visione delle immagini del cadavere” e per ascoltare le testimonianze “sull’autopsia del corpo di Giulia Tramontano”.

L'ordinanza, che ha accolto l'istanza dell'avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale dei Tramontano, è stata letta dalla presidente Antonella Bertoja. Dunque, sono stati fatti uscire sia i giornalisti sia gli studenti del liceo Beccaria, accompagnati da un docente.

Sul cadavere della Tramontano “non abbiamo riscontrato lesioni da difesa” e “l’impressione” è che la ragazza sia stata attaccata “alle spalle”, hanno detto in Aula Nicola Galante e Andrea Gentilomo, due tra i medici legali che hanno effettuato l'autopsia sul corpo di Giulia Tramontano.

Galante aveva eseguito il sopralluogo a Senago nella notte tra il 31 maggio e l’1 giugno 2023. La ragazza, che era incinta di 7 mesi, sarebbe deceduta per “anemia emorragica” e “lesioni vascolari cervico-toraciche”, dovute a “37 lesioni prodotte da azione punta-taglio” di quella che è “sicuramente un’arma bianca”, considerata “compatibile” con due coltelli da cucina sequestrati, ha precisato.

Le coltellate sono state inferte sia a “destra e sinistra” sia “posteriormente che anteriormente” in varie parti del corpo. Non si può “dire con certezza quale sia stata la prima” e dunque capire se Impagnatiello l'abbia attaccata alle spalle. Per Gentilomo, il “quadro complessivo” fa pensare ad un attacco da dietro “perché è una posizione che permette di raggiungere” le parti del corpo “che sono state colpite”, anche se “è difficile dirlo con certezza”.

Certamente, “nessuna ferita è presente sugli avambracci”, solo dei segni “prodotti dopo la morte”, contrariamente a quanto dichiarato da Impagnatiello, secondo cui la 29enne avrebbe iniziato a “tagliarsi” durante un litigio. La data del decesso risale ad “almeno 48 ore” prima del ritrovamento del cadavere e fino a “cinque giorni” prima, ha aggiunto Galante.

I due consulenti hanno spiegato che non hanno potuto essere più precisi, perchè “il cadavere è stato incendiato”, e questo ha reso impossibile datare con certezza la morte tramite la misurazione della temperatura. La "morte del feto", ha concluso, è stata “successiva alla morte della madre” ed è dovuta ad una “insufficienza vascolare provocata dall’emorragia interna”.

“Oggi sentiamo i consulenti tecnici e vediamo cosa hanno da dirci. Il materiale che faranno vedere lo abbiamo già visionato e l’impressione che ci ha fatto è veramente tosta. Abbiamo chiamato a testimoniare uno psicologo e uno psichiatra e il perché lo capirete nel corso del dibattimento. Oggi è veramente tosta“. E' quanto ha detto la legale di Alessandro Impagnatiello, Giulia Gerardini, prima di entrare in Aula.

“Oggi è prevista l’escursione del professor Gentilomo e degli altri medici che hanno svolto le indagini tossicologiche e necroscopiche sui resti mortali di Giulia, quindi l’odierna udienza sarà determinante per verificare il riscontro rispetto a tutte quelle che sono le contestazioni del capo di imputazione e per quanto concerne la somministrazione del veleno”, ha detto l'avvocato Cacciapuoti.

“Oggi non saranno presenti i familiari perché è una cosa che li tocca in una maniera che è facile da immaginare. La testimonianza con ogni probabilità sarà accompagnata anche con delle slide, insomma è stata più opportuna la scelta condivisa anche con la difesa di non presenziare”, ha continuato.

“E’ un’udienza determinante ai fini del riscontro di una serie di elementi che non sono soltanto quelli della premeditazione ma anche della crudeltà”, ha concluso.

“Nulla ci restituirà Giulia, abbiamo gridato a voce alta, lo faremo ancora affinché sia fatta giustizia per lei e Thiago”, ha scritto sui suoi profili social Franco Tramontano, il papà di Giulia.

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