Parlamento Europeo, Lectio Magistralis di Lella Golfo sul talento delle donne

Donne e talento, un binomio inscindibile e imprescindibile, e su questo Lella Golfo traccia al Parlamento Europeo il suo “affresco di sempre”, una vera e propria filosofia di vita, denunciando anni di sottovalutazione del talento femminile.

di Pino Nano
Mercoledì 19 Novembre 2025
Roma - 19 nov 2025 (Prima Pagina News)

Donne e talento, un binomio inscindibile e imprescindibile, e su questo Lella Golfo traccia al Parlamento Europeo il suo “affresco di sempre”, una vera e propria filosofia di vita, denunciando anni di sottovalutazione del talento femminile.

Storia e tradizione tutta calabrese quella che soffia al Parlamento Europeo, alla sesta edizione della Settimana della Parità di Genere dedicata al “talento”, iniziativa promossa per misurare i progressi compiuti e definire le politiche più efficaci nel ridurre le disparità tra i 27 Stati membri, e dove Lella Golfo, ultraottantenne “ragazza reggina”, è stata invitata a raccontare la sua vita e la sua storia, lei alla guida della Fondazione Marisa Bellisario, la Fondazione che in tutti questi anni ha messo insieme le donne manager di tutta Europa per la ricerca di un consenso e di un riscatto comune.

 

“Siamo un ente morale e un’Ong con un archivio storico riconosciuto dal governo italiano. E abbiamo celebrato i nostri primi 35 anni al cospetto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La nostra mission- spiega la Golfo- da sempre, è promuovere, valorizzare, incoraggiare la partecipazione femminile in tutti gli ambiti. La Fondazione nasce dal sogno di una giovane donna che negli anni 80 guardava con ammirazione le copertine e gli articoli dedicati a Marisa Bellisario, la prima e unica donna allora ai vertici del mondo delle telecomunicazioni, una top manager di fama mondiale. Io desideravo che il suo esempio non andasse perduto, che quel modello non restasse isolato e straordinario. Sognavo una leadership femminile forte e consapevole, capace di portare le ragioni delle donne al cuore della politica, dell’economia, della società. In Italia e nel resto del mondo”.

 

In sala regna il silenzio più assoluto, e Lella Golfo, in questo suo accento ancora tutto meridionale che ricorda le sue mille estati trascorse sulla spiaggia di Bocale, traccia le linee di un progetto ormai pienamente realizzato.

 

“Negli anni, ben 37, ho raccolto attorno a me le migliori energie femminili italiane e abbiamo lavorato duramente per tradurre quel sogno in realtà e traguardi concreti. Un esempio su tutti è la legge che ha introdotto in Italia le quote di genere nei CdA delle società quotate e controllate dalle Pubbliche Amministrazioni. Una norma che ho elaborato, presentato e portato all’approvazione del Parlamento nel 2011 e che ha dato risultati straordinari. Le donne nei CdA erano appena il 5.6%, oggi sono oltre il 43%. L’Italia, spesso maglia nera in tema di parità, ha fatto da apripista e oggi è terza in Europa per numero di donne nei CdA. Un modello seguito poi da tanti Paesi e dall’Europa stessa, purtroppo con oltre dieci anni di ritardo”.

 

Ma la realizzazione di quel sogno sono anche le oltre 600 donne alle quali in tutti questi anni è stato consegnato il Premio Marisa Bellisario, definito l’Oscar delle donne.

 

“Oggi parliamo di leadership e potere femminile ma 37 anni fa le donne arrivate ai vertici erano eccezioni che noi portavamo alla ribalta nel silenzio generale. E sono felice di averlo consegnato anche alla Presidente Roberta Metsola e prima di lei alla Commissaria Reding, la prima a porre la questione delle quote di genere in Europa. Quelle storie di ordinaria e straordinaria eccellenza hanno contribuito a seminare una nuova consapevolezza, a illuminare un cammino che oggi siamo chiamate a compiere”.

 

Donne e talento, dunque, un binomio inscindibile e imprescindibile, e su questo Lella Golfo traccia qui al Parlamento Europeo il suo “affresco di sempre”, una vera e propria filosofia, denunciando anni di sottovalutazione del talento femminile.

 

“Il talento non ha genere. È un’energia che attraversa i confini, che nasce dall’intelligenza, dalla curiosità, dalla capacità di innovare. Che cresce e si manifesta ovunque trovi spazio, fiducia e opportunità. Il problema è che, ancora oggi, troppo spesso il talento femminile rimane invisibile, silenziato o sottovalutato dalla politica all’economia. A volte non trova le condizioni per emergere, più spesso si infrange contro un muro di ostacoli e pregiudizi. Creare quelle condizioni, abbattere quegli ostacoli non è una questione di equità ma il requisito per la crescita, la competitività e il progresso dell’Europa. Perché ogni donna esclusa dai luoghi decisionali, ogni carriera interrotta, ogni voce e idea non ascoltate rappresentano una perdita non per il genere femminile ma per l’Europa tutta. Non possiamo pensare di affrontare e vincere le grandi sfide del nostro secolo — le transizioni digitale, ecologica, demografica, le tensioni sociali e geopolitiche, le guerre — privandoci di quelle risorse di intelligenza e valore”.

 

Un gap storico di cui Lella Golfo è diventata ormai testimone e punto di riferimento assoluto nei consessi più esclusivi del mondo.

 

“Io penso che serva una nuova alleanza europea per promuovere il talento femminile. Un impegno condiviso per favorire la piena occupazione e la parità salariale, garantire accesso paritario all’istruzione STEM, investire in programmi di mentoring e leadership per le giovani donne. L’Europa deve accorciare la distanza tra principi e attuazione, tra valori e politiche concrete in materia di parità. Penso per esempio alla nuova direttiva sulla trasparenza salariale che dovrà essere recepita dagli stati membri entro giugno 2026 ma che, a eccezione della Spagna, resta ancora sospesa tra promesse e ritardi. Un’Europa che detta regole ma non le pratica, che parla di uguaglianza ma tollera differenze strutturali, non può dirsi davvero compiuta. E in questo, il vostro ruolo, quello delle donne nelle istituzioni europee, mai così tante e in ruoli tanto apicali, è stato e sarà dirimente”.

 

Ma cosa chiedono ancora le donne al mondo internazionale della politica?

 

“Il talento femminile -ripete in sala Lella Golfo- non chiede privilegi ma opportunità. Chiede politiche capaci di valorizzare la diversità, di sostenere la conciliazione tra vita e lavoro, di riconoscere il valore creativo e produttivo della maternità, di promuovere leadership inclusive e modelli meritocratici. Chiede che le nostre istituzioni, le università, le imprese, gli spazi della rappresentanza diventino luoghi in cui le donne non solo siano presenti, ma possano influire, decidere, trasformare. Chiede uno sforzo corale, un atto di intelligenza collettiva per superare quei bias che ancora alimentano la violenza di genere. E chiede un investimento di fiducia e coraggio. La fiducia nelle nuove generazioni di donne che stanno riscrivendo le regole della presenza pubblica, dell’impegno sociale e dell’innovazione. Il coraggio di costruire reti e alleanze”.

 

Talento inteso qui come regola di vita, come rispetto delle intelligenze femminili, come riscatto di un mondo, quello femminile, che è stanco di sottostare alle regole del maschilismo di una volta.

 

“Il talento femminile -spiega la vecchia pasionaria socialista- è un modo diverso di guardare il mondo, di costruire relazioni, di immaginare soluzioni dove altri vedono solo limiti. Le donne, in tutta Europa, stanno portando nuove prospettive nei campi della transizione ecologica, della digitalizzazione, dell’economia sociale, della medicina di genere. Stanno reinventando la leadership come servizio, la competizione come collaborazione, il potere come responsabilità condivisa. Assicuriamoci che le loro voci contino, che le loro idee incidano, che il loro modo di guidare cambi davvero il modo di governare. E facciamo in modo di renderle visibili, illuminare i loro meriti, risultati e traguardi. Quelli delle scienziate che hanno aperto nuove frontiere della conoscenza; quelli delle donne che guidano imprese, che innovano e investono, che curano, che amministrano i territori, che portano capitale e visione nei luoghi dove si decide e si costruisce il domani; quelli delle nuove leader. Mettiamole al centro della narrazione”.

 

Ma lei Lella Golfo a tutte queste cose crede davvero perché le ha nel sangue da sempre.

 

“Ogni volta che una giovane ragazza europea sente di poter essere ciò che desidera, l’Europa compie la sua promessa più profonda. Ogni volta che una donna è libera di esprimere il proprio talento- conclude Lella Golfo- ogni volta che una nuova voce entra nel dibattito pubblico, l’Europa si rafforza e la nostra democrazia si rinnova. Il talento femminile non è una questione di genere, ma di libertà. Ed è la libertà la più grande forza ed eredità dell’Europa che vogliamo”.

 

Il Parlamento Europeo ancora una volta le riserva la sua ennesima standing ovation.

 


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