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E’ ufficiale e già operativa la nomina del nuovo Capo della Redazione Giornalistica della TGR RAI a Palermo, che di fatto anticipa le prossime nomine nelle sedi di Bologna e Firenze.
E’ ufficiale e già operativa la nomina del nuovo Capo della Redazione Giornalistica della TGR RAI a Palermo, che di fatto anticipa le prossime nomine nelle sedi di Bologna e Firenze.
Giuseppe Ardica, 54 anni giornalista professionista dal 1999, è il nuovo caporedattore della Tgr Sicilia. E’ operativo da lunedì 11 agosto. Lo ha nominato l’Amministratore Delegato della Rai, Giampaolo Rossi, su proposta del Direttore della Tgr, Roberto Pacchetti.
Giuseppe Ardica succede a Roberto Gueli, vicedirettore con delega sulla Tgr Sicilia, che aveva assunto l’interim della redazione dopo che lo scorso 18 luglio il caporedattore Rino Cascio aveva concluso il suo mandato di sette anni – come previsto dalle norme aziendali – per assumere l’incarico di curatore della rubrica "Mediterraneo", storica rubrica della RAI guidata in passato dalla collega Maria Pia Farinelli che l’aveva portata a successi di ascolto davvero importanti.
Giuseppe Ardica, dicono alla direzione della TGR, è un vero personaggio del nostro mondo. Nato a Enna nel 1971, 54 anni, Giuseppe Ardica si laurea in Scienze Politiche all’Università di Catania nel 1995. Frequenta il biennio 1996/1998 della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia e diventa giornalista professionista nel 1999. Dopo alcune collaborazioni con quotidiani regionali e radio nazionali, nello stesso anno inizia il suo percorso in Rai, nella redazione di Palermo della Tgr Sicilia. Successivamente entra a Rai Parlamento, dove lavora come giornalista parlamentare, conduce e coordina le dirette da Camera e Senato, oltre alle tribune elettorali. Assunto a tempo indeterminato nel 2008, è caposervizio dal 2010 e vicecaporedattore dal 2017. Dal 2020 torna alla Tgr, nella sede di Catania e, dal 2021, assume la responsabilità della redazione. Ha seguito i principali eventi di cronaca e politica dell’isola, firmando numerosi servizi per le rubriche nazionali della Tgr, cronista e inviato di grande fiuto e di grande rigore morale- dicono di lui alla direzione della TGR.
Ha scritto tra l’altro due libri che hanno fatto molto discutere per l’attualità dei temi trattati e per il linguaggio modernissimo utilizzato per questa sua narrazione: “Baby killer. Storia dei ragazzi d'onore di Gela”, e “Io, l'uomo nero. Una vita tra politica, violenza e galera”.
Nel suo primo libro – commentava subito dopo l’uscita del saggio Giuseppe Bascietto su “Liberainformazione.org”- “si racconta un pezzo di Sicilia dimenticata, laterale, invisibile. Senza le cupole palermitane, senza gli eroi dell’antimafia e i boss che hanno fatto la loro guerra allo Stato. Per capire la Sicilia bisogna passare anche di qua, per strade secondarie, città lontane, personaggi sconosciuti. Giuseppe Ardica è un testimone, diretto e oculare, di un mondo che bisogna aver visto con gli occhi, per poterlo raccontare”.
Mai come in questo caso Giuseppe Ardica si riconferma “Testimone appassionato, che conosce le difficoltà di vivere a testa alta in queste zone e sa quanto la neutralità sia impossibile e l’indifferenza complice, tanto più in queste terre, che conosce perché sono sue. Giuseppe con questo libro restituisce i profumi buoni e gli umori cattivi di una Sicilia che oggi vuole presentarsi diversa, senza la sua storia grande e terribile, che in ogni caso bisognerà pur ricordare e raccontare, se si vorrà capire che cosa è stato e che cosa, domani, qui potrà accadere”.
Erano tutti ragazzini. Tutti tra i tredici e i sedici anni. Tutti o quasi cresciuti in ambienti malavitosi. Tutti con un destino già segnato. Tutti avrebbero dovuto sedere ancora tra i banchi di scuola e invece, tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta, diventano il braccio armato della "Stidda", l'organizzazione criminale nata da una costola di Cosa Nostra e diventata in pochissimo tempo la "padrona" della parte meridionale dell'isola grazie al traffico di droga, alle estorsioni e alle esecuzioni spietate.
Nel libro si incrociano le loro storie e le loro confessioni davanti a un tribunale dove raccontano in un crescendo di violenza, che forse non ha eguali, come si sviluppò la Stidda. Due di loro già a 14 anni vengono cooptati dalla cosca prima per attentati incendiari e poi per uccidere i nemici del clan, i commercianti che non si piegavano al pizzo e uomini delle forze dell'ordine. Nel caso di uno, per esempio, c'è un episodio terribile: per il tredicesimo compleanno il padre gli regala la prima pistola, commissionandogli anche il primo omicidio. Sullo sfondo una Sicilia quasi da girone infernale.
Il suo secondo saggio, “Io, l'uomo nero. Una vita tra politica, violenza e galera” firmato a quattro mani con Pierluigi Concutelli, Giuseppe Ardica ricostruisce la storia di Concutelli, che è il comandante militare del movimento politico Ordine Nuovo, l'organizzazione neofascista tra le più pericolose nel panorama dell'eversione politica. Poco meno di vent'anni prima, era un ragazzino che faceva a botte per la politica; simpatie neofasciste, coltivate all'ombra dei reduci della Repubblica Sociale Italiana, gli sconfitti dalla storia e dalla guerra. Il primo arresto arriva nell'ottobre del 1969, ma è nel 1975 che avviene il salto verso la lotta armata. Pochi giorni dopo il delitto Occorsio è la volta della rapina al Ministero del Lavoro. È un colpo che gli serve per finanziare la lotta armata. Ma si aprono le prime crepe. E la notte del 13 febbraio del 1977.1 poliziotti circondano un palazzo nel centro storico di Roma e arrestano l'uomo che si trova nell'appartamento. Concutelli, 33 anni, è in trappola: in manette, davanti alle telecamere della Rai si dichiara prigioniero politico. Su di lui pioveranno quattro ergastoli. Da quel momento per trent'anni, conoscerà solo il carcere. Di galera, per la prima, volta uscirà nel 2003. A 59 anni.
Tantissimi i messaggi di augurio e complimenti arrivati in queste ore in redazione a Palrmo. Al neo Caporedattore di RAI Sicilia gli auguri e i complimenti anche di Prima Pagina News.
“Siamo felici per la nomina di Giuseppe Ardica a caporedattore della TgR Sicilia - dichiarano i segretari generali di Uila e Filbi Sicilia, Nino Marino ed Enzo Savarino. Conosciamo e apprezziamo il suo talento di giornalista equilibrato e attento alle esigenze del mondo del lavoro, particolarmente del settore agricolo che era e resta motore di sviluppo e valorizzazione della nostra Isola al servizio delle persone e dell’ambiente”.
“Complimenti e buon lavoro a Giuseppe Ardica – sottolineano anche le segretarie generali di Uil Sicilia e Uil Catania, Luisella Lionti ed Enza Meli- per il prestigioso incarico di caporedattore della TgR Sicilia, che ha ampiamente dimostrato di meritare con la sua brillante carriera giornalistica caratterizzata da doti non comuni di umanità e competenza, professionalità e impegno civile, ampiamente manifestate anche in questi ultimi anni vissuti alla guida della redazione di Catania”.
Poi concludono: “Giuseppe Ardica sarà certamente, ancor più di prima, un punto di riferimento rigoroso e autorevole per tutti i siciliani, particolarmente per le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati di questa nostra Isola, che mai come ora ha bisogno di buona informazione. Troverà al suo fianco una straordinaria comunità di professionisti, capace di svolgere sempre un fondamentale servizio nel tutelare e promuovere diritti e legittime aspettative delle persone che vivono in questo territorio”.