Una storia di vita vera per “prevenire, prevedere, provvedere”
Il libro di Annamaria D’Ascenzo “Prevenire, prevedere, provvedere” sarà presentato domani a Roma, al ristorante "L'Archeologia".
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Lunedì 05 Febbraio 2024
Roma - 05 feb 2024 (Prima Pagina News)
Il libro di Annamaria D’Ascenzo “Prevenire, prevedere, provvedere” sarà presentato domani a Roma, al ristorante "L'Archeologia".
L’autrice ne ha fatta di strada : nata sotto i bombardamenti ad Asmara, nel 1940 , venuta alla luce con i petromax spenti per non essere individuata dai bombardieri, ha percorso i rami bassi e alti della pubblica amministrazione diventando il primo Prefetto donna d’Italia.

Inizio e fine di questa storia sono ora raccontati in prima persona da Annamaria D’ascenzo nel libro “Prevenire, prevedere, provvedere” che domani verrà presentato alle 18 all’ Archeologia, in via Appia Antica 139.

Il libro non contiene solo l’epopea di una donna "arrivata in alto", disvela soprattutto un metodo di vita che l’autrice ragala pagina dopo pagina per chi abbia il piacere di mettersi in ascolto: in questo modo entrerà all’interno di una vita meravigliosa, per esplicita ammissione della D’Ascenzo: “Ho vissuto una vita meravigliosa, pur avendo dovuto iniziarla con difficoltà”.

Nata in Eritrea, colonia italiana, dove i genitori si erano trasferiti per lavoro, dopo 24 giorni dalla nascita il padre, rientrato dal fronte per conoscerla e riconoscerla, se ne ripartì senza fare né l’una né l’altra cosa e non tornò mai più.

Orfana, non si poteva considerare tale dato che il padre era uno dei tanti soldati dispersi, rimasto senza nome e quindi milite ignoto. Solo dopo dieci anni dalla sua scomparsa si sarebbe potuta iniziare la procedura per poter dichiarare ufficialmente la sua morte presunta e, di conseguenza, per ottenere il riconoscimento di vedova e di orfani di guerra per moglie e figli, che per diciannove anni sono rimasti senza poter percepire una lira di pensione, costretti a vivere in povertà.

Nei primi mesi di vita dell’autrice. la madre, troppo occupata a fare di tutto per ritrovare il marito, non si rendeva neanche conto che non riusciva ad allattare e che la faglia contraeva giorno dopo giorno un principio di grave rachitismo infantile.

A nove anni, quando ad Asmara si cominciava a stare abbastanza bene ed a vivere serenamente in una raggiunta tranquillità, un nuovo esodo. Via dall’Eritrea occupata dagli Inglesi che stanchi di avere fra i piedi tanti Italiani, armavano gli indigeni per uccidere gli italiani casa per casa nella capitale partendo dalla periferia verso il centro città. La mamma vedova del soldato disperso in guerra con due figli, una bimba di 9 anni ed un maschio di 12, stava su una grande imbarcazione italiana (forse una nave da guerra) con tanti soldati, fermi in rada nel porto di Massaua all’inizio di luglio del 1949 con una temperatura di 45 gradi all’ombra. Annamaria era la più delicata e mal messa. Il caldo insopportabile la costrinse a passare alcuni giorni nel frigorifero della nave.

I D’Ascenzo avevano nuovamente perso tutto Ecco, il libro da conto dell’attitudine maturata in circostanze assai complicate ad affrontare la vita con ostinazione e tenacia assoluta, sempre sorridendo.



Con speranza o forse con un attaccamento alla vita difficile da attribuire ad una specifica virtù. L’autrice ha voluto scrivere questa sua storia per ricordare a sé (e a molti altri) cosa si possa fare per superare le negatività della vita: si può andare avanti con tigna, lasciando sempre dietro alle spalle ciò che è stato negativo e guardando al futuro positivamente, con il sorriso sulle labbra per non dare soddisfazione al “nemico” e per trovare ogni volta l’energia necessaria per raggiungere ogni successivo traguardo con grande amore per lo studio e nel lavoro .

Non ha avuto molte possibilità nella vita, Annamaria D’Ascenzo: solo quelle a bassissimo costo, corso universitario esentasse per gli orfani di guerra che avevano concluso il liceo in unica sessione, e laurea che poteva permettere di concludere gli studi su libri poco cari ed acquistabili di seconda o terza mano.

Ma quelle poche le ha sfruttate interamente: dottoressa in Scienze Politiche a La Sapienza, frequentando ogni giorno tutte le lezioni, fino a diventare una delle due prime donne Prefetto al mondo e la prima donna Prefetto a rappresentare il proprio Governo sul territorio italiano.

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