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La mostra si terrà alla Galleria Orizzonti Arte Contemporanea dal 6 settembre al 4 ottobre.
La mostra si terrà alla Galleria Orizzonti Arte Contemporanea dal 6 settembre al 4 ottobre.
La galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni inaugura sabato 6 settembre 2025, alle ore 19.00, la mostra bipersonale degli artisti Octavia Monaco e Maurizio Dusio, dal titolo "Omnia, Oracoli d’Anima", a cura di Manrico Massari.
La programmazione espositiva all’interno della project room della galleria ostunese saluta l’estate con una proposta progettuale misterica, un invito alla visione e alla lettura delle nostre profondità attraverso il risveglio che l’opera dei due artisti evocano, un dialogo che indaga l’arcano, l’archetipo e la natura.
Le opere di Octavia Monaco sono esito della spontanea tensione verso ciò che concerne l'archetipo Femminino, in particolare nel rapporto simbolico tra Donna e Natura. Questo mitologema è il filo conduttore della sua più intima ricerca iconografica e antropologica e della più profonda necessità di risposta artistica, soprattutto in questo momento di generale devastazione del mondo del vivente.
L'intera opera pittorica della Monaco propone la prospettiva di un rinnovato anthropos, che non perpetui una concezione separativa e predatoria, bensì una modalità inclusiva caratterizzata da nuove alleanze vitalistiche con tutte le manifestazioni della vita: umana, animale e vegetale. L’anima individuale dunque, si identifica con l’anima mundi annullando le differenze tra il sacro e il profano, per risvegliare in noi la consapevolezza e il valore del nostro senso di profonda appartenenza al mondo di Natura.
È desiderio dell’artista evocare con le sue opere immaginifiche, quel senso di meraviglia per il mondo che abitiamo e ci abita, che susciti e preveda rispetto, responsabilità e cura, quelle stesse facoltà che animano e generano ogni moto della sua pittura.
Il lavoro di Maurizio Dusio invece, si sofferma sul concetto di mutazione, dove l'anima nel processo di in-corporazione, trae la materia dalla quale prende forma, in una traslazione che non conosce pausa.
Ogni vissuto scivola nell'altro, fondendosi in un’unica identità. L'arte si innesta proprio lì, nel processo di attivazione del mutamento che l'artista coglie, non attraverso gli occhi ma tramite l'intuizione. Difatti i paesaggi di Dusio non sono mai didascalici e i ritratti non sono mai ritratti, tutto scorre uno nell'altro, perdendosi.
L'occhio dell'osservatore, allorquando si concentra su uno dei 99 elementi del patchwork, subisce uno spaesamento di spazio e di tempo, alla ricerca di una possibile relazione tra di essi. Ma non la troverà mai, in nessuna direzione lineare.
In questo trova spazio l'essenza dell’opera dell’artista; si mette in moto un sistema sincronico dove non trova applicazione nessuna relazione logico causale di senso. Questa, forse, è nella poetica di Dusio, l’oracolarità dell'anima.