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"Il mio futuro in panchina? Non ho preferenze, attendo gli eventi con tranquillità".
"Il mio futuro in panchina? Non ho preferenze, attendo gli eventi con tranquillità".
“Purtroppo, quanto è accaduto non mi passa. Sono un uomo che fa le cose in base ai sentimenti non all’interesse. Con la Nazionale ho provato la sensazione di essere in paradiso, ma non sono riuscito a dare niente. Sono dispiaciuto di aver deluso le aspettative. Mi prendo tutte le responsabilità”. Così l'ex tecnico del Napoli e della Nazionale Italiana di Calcio, Luciano Spalletti, al programma di Rai2 “#nonsolomercato”.
“Avevo scelto io i calciatori, la Federazione mi ha sostenuto. Sono dispiaciuto per i tifosi. Non ho contribuito alla crescita della Nazionale. Nulla mi scivola addosso, tutto mi consuma”, ha continuato.
“Il calcio italiano sta bene, non sta regredendo – ha detto Spalletti -. Io sceglierei nuovamente i calciatori che ho scelto. A volte non sono stato fortunato perché alcuni hanno attraversato momenti di minore forma fisica o psicologica ma li ritengo giocatori di qualità. Faccio un grande in bocca al lupo a Gattuso. Credo che convocherà molti di quelli che ho convocato io”, ha continuato.
In merito all'obiettivo Mondiale 2026, ha aggiunto: “Sono convinto che riuscirà a centrare la qualificazione. È stato carino, mi ha telefonato, abbiamo scambiato due battute. Ci conoscevamo già molto bene e ci stimiamo molto”. E sul prossimo campionato: “Le favorite sono le solite Napoli, Inter, Milan, Juve ma spero ci sia qualche squadra che riesca a inserirsi nella corsa. Sono contento del ritorno di Sarri e di Allegri. Sono curioso di Gasperini alla Roma. Il Napoli ha basi importanti, la società ha lavorato benissimo, è la favorita”.
E per quanto riguarda il suo futuro in panchina: “Non ho preferenze. Attendo gli eventi con tranquillità. Per superare la brutta figura che ho fatto ci vuole qualcosa di clamoroso. Devo ricreare un clima di affetto, riuscire ad essere compatto con i miei calciatori e fare risultato. Il calcio vive di risultati. Già precedentemente ho imparato nuove cose da allenatori emergenti. Il calcio è semplice ma la semplicità è solo un punto di partenza non di arrivo”.