Fabrizio Binacchi, 35 anni alla Rai “come un sogno”
“Il 16 giugno 1988 fu il mio primo giorno al Tg1. Sogno o son desto? mi chiesi”.
(Prima Pagina News)
Giovedì 15 Giugno 2023
Roma - 15 giu 2023 (Prima Pagina News)
“Il 16 giugno 1988 fu il mio primo giorno al Tg1. Sogno o son desto? mi chiesi”.

Di Fabrizio Binacchi

Venivo da 4 anni di collaborazioni alla Rai di Milano tra telegiornale regionale e Gazzettino Padano, ma ovviamente il Tg1 era tutta un'altra avventura. Nella cattedrale del telegiornale, via Teulada 66. Tra attori e conduttrici, Goggi e Arbore, tra vallette e annunciatrici, e tutti i nomi e i volti che erano stati per me fino a quel momento ...televisione pura.

Vespa e la Buttiglione, Nuccio e Di Lorenzo, Guidi, Frajese e Angelini, Graziani e Citterich, Raviele  e Tito Stagno...e anche Candiano Falaschi, Federico Scianò, Giorgio Lilli Latini nella stanza dei "senatori", vicino alla sala riunioni. E Romano Tamberlich, Nino Andreoli, Barbara Scaramucci, Giulio Borrelli, Maurizio Beretta, Fulvio Damiani, Alfredo Meocci, Francesco Pionati, Daniela Tagliafico Paolo Giuntella...

Mò mi commuovo. ...e Vincenzo Mollica il presidente, Lamberto Sposini, Paolo Di Giannantonio Gianna Radiconcini, Romano Cervone, e Sandro Ceccagnoli, Pier Fabrizio Santovetti, Franco Trandafilo i maestri del Coordinamento edizioni, e gli indispensabili assistenti impiegati e impiegate Antonella Licini Roberta Besa, Franco Calvino, Claudio Del Meglio, Mara Peperoni, Daniela...

Mò mi commuovo assai.

In segreteria di Direzione, io vestito per benino con giacca e cravatta, lui jeans e Lacoste verde pisello, c'era Chicco Mentana, giovanissimo anche lui ovviamente, ma già caporedattore degli Speciali Tg1. Mi guardò, mi soppesò, mi inquadrò e sentenziò: ""Ah ecco il democristiano annunciato". Annunciato al Cdr, immaginai. Mi diede fiducia e mi fece fare il primo pezzo di Tg1 Sette sui 110-130.

Primo giorno a Teulada e non conoscevo nessuno, ovviamente.

Dovevo andare in Cronaca da Roberto Morrione, ma arrivò prima il capo redattore dell'Economia, Beppe Momoli, che mi disse:"Siediti lì" E lì rimasi.

Venni presentato a tutti i vice e capi redattori nella riunione di sommario delle 11 e naturalmente tutti mi chiedevano informazioni. Angela Buttiglione con fare molto materno proruppe: "lasciatelo in pace, lasciate che si ambienti".

Alle 14 e 10 scesi in cortile e vidi processioni di impiegati, falegnami, giornalisti e segretarie, registi e conduttori, operai e montatori andare  e venire da e per la mensa. Spaesato, non sapevo dove andare. Mi adottarono due signore, anziane Rai immagino, che mi dissero: si vede che sei nuovo. Andai a mensa con loro, imparai la vita e i segreti della comunità Teulada. Capii che la televisione (come la radio) era una scatola magica per quelli che si vedevano e si sentivano, ma anche - se non soprattutto - per quelle migliaia di persone, tecnici e specializzati, scenografi e decoratori, impiegati e operai che stanno dietro le quinte e hanno fatto e fanno grande la Rai. La RAI.

Come quelle due signore che mi hanno adottato nel primo giorno di via Teulada. Che ricordo con affetto come la prima diretta o.il Tg a reti unificate.

Ne era ben consapevole il mio primo direttore Nuccio Fava il quale, pur avendo diritto ad auto con autista, un mattino venne in macchina di servizio  con noi della troupe, diretti a Palazzo Chigi. Ricordo, come una incisione, questa frase: andiamo insieme con lo specializzato,  senza di lui saremmo tutte e tutti povere ombre.

Mò mi sono commosso.


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