La città di Roma ha dato oggi l'ultimo saluto a Gigi Proietti, il popolare attore venuto a mancare lunedì mattina, giorno del suo ottantesimo compleanno. Il Comune, per la giornata odierna, ha proclamato il lutto cittadino.
La bara, partita dalla Clinica Villa Margherita sulla Nomentana, ha fatto tappa prima al Campidoglio, sotto la statua di Marco Aurelio, dove l'Assemblea Capitolina ha tributato il suo addio con un lungo applauso insieme alle numerose persone radunatesi in Piazza del Campidoglio, per poi giungere al Globe Theatre, dove ci sono stati altri applausi e momenti di commozione.
Il feretro è stato accolto dalla moglie di Proietti, Sagitta Alter, e dalle figlie Susanna e Carlotta. Ad accoglierlo, con loro, anche l'ex Sindaco di Roma, Walter Veltroni. Nel corso della cerimonia, a cui ha potuto prendere parte un ristretto numero di persone a causa della diffusione del Covid-19, Proietti è stato omaggiato dagli attori Paola Cortellesi, Edoardo Leo, Marisa Laurito ed Enrico Brignano, formatisi al suo Laboratorio.
In seguito, il corteo è giunto alla Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo, dove è stato affisso uno striscione che simboleggia il saluto da parte del popolo romano: "Me viè da piagne... Ma che sarà... Ciao Gigi, esempio di romanità". A fianco, è stata posta una bandiera della Roma, squadra di cui l'attore era tifoso.
Gli ingressi alla Piazza - da Piazzale Flaminio a Villa Stuart fino a Piazza Valadier a Via del Corso fino a Villa Borghese - sono stati vietati a cittadini e circolazione, per non creare assembramenti. Tra coloro che hanno preso parte alla cerimonia in chiesa, l'attore Rodolfo Laganà, che ha definito Proietti come "una vera istituzione", il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini, il regista Enrico Vanzina, il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti, Paolo Bonolis, un commosso Enrico Brignano, Maurizio Mattioli, l'Amministratore Delegato della Rai Fabrizio Salini e Bruno Conti.
"Gigi era un uomo mite, paziente, colto, raffinato, un uomo pacifico, per nulla vendicativo", ha detto il Rettore della Basilica di Santa Maria in Montesanto, don Walter Insero. Ha messo a frutto la sua intelligenza dopo aver fatto un teatro d'avanguardia, a favore di una spettacolarità più popolare, ha voluto essere un artista popolare, sempre con uno sguardo leggero e affettuoso. Una scelta rischiosa. Ma si rivedeva nella fragilità degli uomini, ne sapeva sorridere, esaltandola", ha continuato.
Al termine della funzione, la bara, uscendo dalla Basilica, è stata accompagnata da un nuovo lungo applauso e dalla commozione di tutti, amici, colleghi e fan, che si sono radunati dalla parte opposta di Piazza del Popolo e nelle strade, oltre che alle finestre delle abitazioni, da cui è partito un grido: "Ciao Gigi. Non ti dimenticheremo".
Foto Maurizio Riccardi
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