Giornata mondiale dell'Ambiente: In centinaia sotto il Campigoglio alla ricerca di Gualtieri

Partiti dal laghetto di Bullincante gli ambientalisti sono arrivati al Capidoglio per portare le loro rimostranze al primo cittadino

(Prima Pagina News)
Giovedì 06 Giugno 2024
Roma - 06 giu 2024 (Prima Pagina News)

Partiti dal laghetto di Bullincante gli ambientalisti sono arrivati al Capidoglio per portare le loro rimostranze al primo cittadino

Una pacifica marcia di centinaia di giovani ambientalisti quella partita ieri 5 giugno 2024, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, dal lago Bullicante, conosciuto anche come laghetto ex Snia, e diretto al Campidoglio. Decine di comitati assemblee, movimenti, soggettività, scuole, collettivi, gruppi e tutte le forme di cittadinanza attiva, uniti insieme vestite dei colori e delle forme dei luoghi della città, hanno sfilato per le vie della Capitale per portare un documento al primo cittadino Roberto Gualtieri in cui manifestano l’intenzione di “difendere la città”. I manifestanti giunti al Campidoglio hanno chiesto un incontro con Gualtieri proprio sotto la statua di Marco Aurelio, onde garantire un momento assembleare che coinvolgesse tutti i partecipanti ma si sono dovuti accontentare del suo segretario. “Boschi, prati, aree verdi e un lago (quello di Bullicante) che di per sé rappresentano ricchezza e biodiversità necessari al benessere e alla salvaguardia di una città che punta al futuro senza rinnegare la sua origine, quella del “bosco dell’Asylum” che accoglieva e dava cittadinanza per costruire e far crescere una città”. Si legge nel documento indirizzato al sindaco. “Portiamo con noi le testimonianze della ricchezza dei territori che abitiamo, beni originari frutto della natura resistente e presente nonostante interventi demolitori e alteranti di un paesaggio che non rispettano la vita di chi lo popola e non garantiscono il futuro di chi lo vuole abitare”. “Siamo consapevoli dei cambiamenti climatici in corso e testimoni delle disuguaglianze generate dal diverso impatto che questi hanno nelle aree della città, più profondi e degeneranti laddove le edificazioni sono state realizzate senza una pianificazione urbanistica che consenta un equilibrio tra abitazioni, attività produttive, verde e servizi pubblici. Per questo siamo portatrici e portatori anche di conoscenze e di una nuova visione, non solo dei nostri bisogni - di disporre di spazi pubblici, di aree verdi e di un’aria respirabile - e diritti - alla salute, al benessere e all’abitare - ma anche delle condizioni, delle caratteristiche e delle potenzialità dei luoghi che abitiamo”. “Le minacce oggi si chiamano – continua il documento - ‘inquinamento’, ‘isole di calore’, ‘suoli impermeabili e cementificati’ e il loro impatto sulle condizioni di salute e le aspettative di vita aumenta nei luoghi dove il disagio socio-economico si associa alla vulnerabilità ambientale. L'esigenza di adattarsi ai rischi climatici richiede risposte nette e scelte coerenti: ‘ripristino ecologico’ - per restituire spazio agli ecosistemi e rigenerare la loro biodiversità -; ‘mobilità pubblica’, efficiente, leggera e sostenibile; ‘decementificazione’ - azzerando le previsioni edificatorie e promuovendo il recupero del patrimonio edilizio, creando nuove zone permeabili e tutelando quelle già esistenti nel tessuto edificato -; ‘salvaguardia del litorale’ - con la difesa delle zone umide, della foce del Tevere e del mare”. “Se si vogliono davvero raggiungere i traguardi di decarbonizzazione fissati dall’UE per il 2030, il Piano Clima redatto dal Campidoglio è insufficiente, carente negli obiettivi e di fatto sconfessato dalla parallela revisione delle norme di governo urbanistico con cui la Giunta ambisce piuttosto a derogare il controllo sulle destinazioni d'uso e monetizzare l'assenza di spazi fisici dove adeguare l'offerta di servizi e verde che le nuove edificazioni comportano. Al contrario è urgente favorire la protezione dei territori e degli ecosistemi presenti , aumentare la conoscenza dei territori, supportando le forme di autoprotezione attuate dalle comunità locali; è necessario che la Giunta si faccia carico del bene pubblico e dei bisogni collettivi aprendosi alla partecipazione diretta e al coinvolgimento reale della cittadinanza e dei gruppi più vulnerabili nelle decisioni che riguardano il benessere e la qualità di vita di tutte e tutti”.


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