Giuseppina Paterniti racconta a “Maria con Te” l’insegnamento del Cardinale Eduardo Pironio

In una intervista al settimanale “Maria con Te”, in edicola oggi, il racconto commovente e avvolgente che la giornalista Rai Giuseppina Paterniti fa a Nicoletta Giorgetti del Cardinale Eduardo Pironio, uomo illuminato della Chiesa moderna.

di Pino Nano
Martedì 29 Marzo 2022
Roma - 29 mar 2022 (Prima Pagina News)

In una intervista al settimanale “Maria con Te”, in edicola oggi, il racconto commovente e avvolgente che la giornalista Rai Giuseppina Paterniti fa a Nicoletta Giorgetti del Cardinale Eduardo Pironio, uomo illuminato della Chiesa moderna.

“Ciò che colpiva del cardinal Pironio era la sua grande umanità. Era, prima di ogni altra cosa, un uomo buono e dalla fede profonda. Ci ha insegnato a coltivare la gioia, l’ottimismo, la speranza. A non abbatterci mai. Non solo chiamò il suo testamento spirituale Magnificat, suggellando la sua profonda devozione mariana, ma è alla Madonna che si rivolse, ancora una volta, negli ultimi istanti della sua vita terrena. Recitò un’Ave Maria, disse tre volte “Amen” e chiuse gli occhi”.

Sull’ultimo numero di “Maria con te” (San Paolo Edizioni), troverete oggi una lunga intervista della giornalista Nicoletta Giorgetti a Giuseppina Paterniti, ex direttore del TG3, oggi direttrice editoriale dell'offerta informativa della Rai, ma soprattutto giornalista di grande spessore morale e professionale, e in cui Giuseppina Paterniti racconta il “faro spirituale” della sua vita, Eduardo Pironio, profeta di speranza, (Edizioni Ave) che è nei fatti la storia affascinante che nel suo libro lei fa di uno dei grandi Padri della Chiesa moderna.

Questo è quello che Giuseppina Paterniti racconta a Nicoletta Giorgetti.

"Avevo 24 anni ed ero già dirigente dell’Azione cattolica. Incontrai per la prima volta il cardinale insieme agli amici dell’Ac, di cui lui era una grande anima. Da lì è iniziata un’amicizia sincera, un cammino spirituale proseguito negli anni. Mi sono rivolta spesso a lui, sempre pronto ad ascoltare". Di cosa parlava nei suoi colloqui con il cardinal Pironio? "Capitava che spesso mi lamentassi di ciò che non andava, dentro e fuori dalla Chiesa. Mettevo in evidenza i limiti di certe questioni, di certe situazioni. Lui, invece, coglieva sempre ed ovunque il segno della misericordia di Dio. Ti invitava all’ottimismo, alla fiducia. Alla speranza. E non ti giudicava mai, non ti sentivi mai bastonato. Piuttosto, venivi fuori dagli incontri con lui con più forza e con il senso del perdono. Personalmente devo molto al cardinale: c’è un’età in cui ciascuno di noi è chiamato a fare scelte importanti per la propria vita. Affettive, professionali. Ecco, in quegli anni in cui stavo entrando in un mondo che non mi apparteneva, non ancora perlomeno, la Rai, la sua amicizia mi ha aiutato a capire quali fossero le mie vere responsabilità. Pironio mi ha guidata a fare le scelte giuste senza impormi nulla. Ha assecondato il mio spirito, che è sempre stato piuttosto libero, e, in un certo senso, la mia vocazione. Ancora negli ultimi periodi in cui ci siamo visti, ha continuato a chiedermi se fossi felice. Voleva capire se fossi stata coerente, se la strada intrapresa fosse quella più giusta per me".

E alla domanda di Nicoletta Giorgetti: “Quella di Eduardo Pironio, per cui si preparano gli onori degli altari, era una spiritualità tangibile. Che cosa ha potuto, lei stessa, toccare con mano?”, Giuseppina Paterniti risponde così: "Il suo legame forte, saldo, imprescindibile con Maria, che per lui era sempre la Maria del Magnificat. Maria operosa, che legge il segno dei tempi e canta la sua gioia a Dio come ogni cristiano dovrebbe fare. Maria era per lui una presenza costante, “Signora della speranza e della luce”, la “Vergine povera, contemplativa e fedele”, che ha sentito vicina sino all’ultimo e tra le cui braccia ha voluto ritornare: è stato lui stesso a chiedere che, dopo la morte, il suo corpo fosse trasportato in Argentina per essere sepolto nell’amatissima basilica di Nostra Signora di Luján. Un legame, d’altronde, quello con la Madonna di Luján, nato ancor prima che Eduardo venisse al mondo. Lo racconto nel mio libro: quando nacque Pedro Angel, primo figlio di Giuseppe ed Enrichetta, si trattò di un parto molto difficile e doloroso. “Sono stata paralizzata come Cristo in Croce”, ricordava la mamma del cardinale, a cui i medici sconsigliarono di avere altre gravidanze. Sarebbe stato troppo pericoloso per lei. Una decisione, però, difficile da accettare per due giovani sposi emigrati in Argentina con il desiderio di mettere su una famiglia numerosa. Si rivolsero, allora, al vescovo ausiliare de La Plata, monsignor Alberti, che aveva la fama di essere buono e santo e che consigliò a Giuseppe di andare al santuario della Vergine di Luján, patrona dell’Argentina, di prendere l’olio che arde davanti alla Vergine e di ungere con quello la sposa. Giuseppe lo fece e la moglie guarì completamente. I coniugi Pironio ebbero altri ventuno figli, l’ultimo dei quali fu Eduardo". Una vita, insomma, compiuta nel segno di Maria… "Proprio così. Non solo chiamò il suo testamento spirituale Magnificat, suggellando la sua profonda devozione mariana, ma è alla Madonna che si rivolse, ancora una volta, negli ultimi istanti della sua vita terrena. Recitò un’Ave Maria, disse tre volte “Amen” e chiuse gli occhi".

Intanto in Vaticano tutto è pronto per il grande evento finale.


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