E’ una storia che mi stimola molto nel raccontarla in quanto poco nota, ma reale nei fatti per farne memoria scritta a vantaggio del futuro dell’Università della Calabria e della stessa Regione se saprà custodirla e condividerla per il suo sviluppo sociale, economico e culturale.
Seguendo la trasmissione televisiva del martedì di Giovanni Floris sento l’on. Tabacci parlare di Mario Draghi molto stimato dal prof. Beniamino Andreatta, la qual cosa mi spinge a contattare l’amica Mariantonietta Colimberti, colei che ha svolto la funzione di addetta stampa del senatore Andreatta negli anni antecedenti l’incidente e che oggi dirige la rivista sociale, politica ed economica Arel fondata dallo stesso Andreatta.
Giustamente mi dice che Mario Draghi è stato una creatura di Andreatta e mi fa pervenire la rivista Arel n° 3 del 2018, nella quale è riportato un suo servizio giornalistico dal titolo “Dalla Calabria una storia al futuro” o ancora meglio “La Furia del fare. Il Rettore Andreatta ad Arcavacata”, in cui parla della manifestazione di intitolazione del ponte Campagnano, sulla SS 19 bis, alla memoria del prof. Beniamino Andreatta, presenti la vedova, signora Giana Petronio Andreatta, la figlia Tinny, con il presidente, On. Enrico Letta, avendo accanto il Sindaco di Rende, Marcello Manna, ed il vice sindaco di Cosenza, on. Jole Santelli; nonché della giornata commemorativa, che si è svolta a seguire all’Università della Calabria, nel grande teatro di Piazza Vermicelli, sul cinquantesimo anniversario della legge istitutiva della nostra Università.
Infatti a pag. 145 della rivista, a proposito del lavoro di Andreatta, quale Rettore, per dare impulso alla nascita dell’Università della Calabria si legge: “Sono mesi frenetici, in cui i membri dei comitati ordinatori delle facoltà sono impegnati a divincolarsi delle pressioni locali per la scelta dei docenti (siamo negli anni 1971/1972); vengono vagliati i curriculum, le pubblicazioni, i requisiti: è in questo ambito che Andreatta si vede rifiutata la candidatura del venticinquenne Mario Draghi, che non conosceva ma del quale aveva apprezzato il profilo di studi internazionali sottopostogli da Alberto Quadrio Curzio ed Ezio Tarantelli.
Il futuro Governatore della Banca d’Italia e Presidente della Bce fu però giudicato “senza pubblicazioni sufficienti”; quattro anni dopo Andreatta lo indicò nuovamente a Federico Caffè per un incarico alla Facoltà di Sociologia a Trento. E questa volta fu ascoltato”.
La frequentazione con Federico Caffè creò un’ opportunità d’ incontro, conoscenza ed amicizia profonda del prof. Mario Draghi con il prof. Giorgio Gagliani che, invece, ottenne un incarico d’insegnamento presso la Facoltà di Scienze Economiche e Sociali dell’Università della Calabria, ricoprendo ruoli accademici molto importanti come docente di “Economia del lavoro” dal 1972 al 1993, di direttore del dipartimento di economia politica e successivamente di Preside della stessa Facoltà, al quale va pure riconosciuto il merito di avere organizzato e diretto come Presidente la Biblioteca Interdipartimentale della Facoltà ed essersi impegnato per la intitolazione alla memoria del prof. Ezio Tarantelli, ucciso dalle Brigate Rosse.
Il 26 marzo del 2007 il prof. Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia, su invito del Rettore, prof. Giovanni Latorre e del presidente della Biblioteca Interdipartimentale “Ezio Tarantelli”, prof. Davide Infante, si trovava all’Università della Calabria per una giornata di studio e commemorazione dedicata al suo amico, prof. Giorgio Gagliani, deceduto a Zurigo il 27 gennaio 2004.
Quel giorno il Governatore della Banca d’Italia, presenti noti economisti e docenti universitari italiani, tra i quali Luigi Spaventa, Maurizio Franzini, Roberto Artoni, tenne la relazione conclusiva della giornata di studio ed alla presenza dei familiari del prof. Gagliani, la signora Lotti Frascoli ed i figli Nicolas e Margot, scoprì la scultura “Ritratti di Giorgio Gagliani, realizzata dall’artista Giovanni Talarico. Una giornata storica per la Facoltà di Economia dell’Università della Calabria ed impregnante per i contenuti emersi dal dibattito legato ad argomenti economici.
Una giornata che alla fine fu anche molto triste per le notizie giunte da Bologna che davano la comunicazione della scomparsa del prof. Beniamino Andreatta, colui che lasciò, come primo Rettore, un’opera indispensabile per lo sviluppo della Calabria, la cittadella universitaria, ancora oggi non portata a termine, anche in virtù del mancato finanziamento di 600 miliardi, previsto nell’ambito della legge finanziaria del 1999, destinati al completamento delle strutture della cittadella universitaria, avversato all’epoca dal Sindaco di Cosenza, Giacomo Mancini, con una campagna mediatica nazionale ed una lettera inviata al Presidente del Consiglio Romano Prodi e al Ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi.
Il prof. Mario Draghi, incaricato dal Presidente della Repubblica Mattarella sta per varare un nuovo Governo per il nostro Paese ad ampia maggioranza con il sostegno delle forze politiche di centro sinistra anzitutto, con l’aggiunta di Forza Italia e gruppi misti. Ciò avviene in un momento importante per l’Università della Calabria, in cui dal prossimo mese di aprile e fino a tutto il 2022, si troverà al centro dell’attenzione per il cinquantesimo anniversario della nomina del Comitato Tecnico Amministrativo e dei quattro Comitati Ordinatori delle Facoltà, dell’elezione del prof. Beniamino Andreatta a Rettore dell’Ateneo, della scelta del territorio del Comune di Rende per l’insediamento della cittadella universitaria, dell’approvazione e pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del primo Statuto dell’Università, dell’avvio delle procedure del concorso internazionale per la realizzazione della cittadella universitaria, conclusosi nel 1974 con la vittoria dei progetti Gregotti e Martensson, ed infine con l’avvio del primo anno accademico 1972/1973 con 600 giovani calabresi avviati ad aprire per la Calabria una nuova pagina di storia.
Cosa faranno il Rettore, prof. Nicola Leone, ed i suoi collaboratori per celebrare degnamente tali eventi nel loro cinquantesimo anniversario, quale occasione di valutazione, ma soprattutto di ripartenza per portare a termine quel disegno e testamento morale ed etico lasciatoci dal suo primo Rettore, prof. Beniamino Andreatta? Quale migliore occasione di investire il nuovo Presidente del Consiglio, prof. Mario Draghi, sensibile alle tematiche legate al mondo giovanile e a quello delle ricerca, per dare nuovo impulso allo sviluppo della Regione e del Paese? Mettendo al centro il completamento della cittadella universitaria nel contesto di una nuova grande città nell’area del Mediterraneo, secondo la dimensione culturale della”Città del sole” di Tommaso Campanella, utilizzando i finanziamenti del Recovery fund?
In questo ci aiutano le parole e i pensieri del prof. Beniamino Andreatta che abbiamo trovato nel quotidiano “Il Resto del Carlino” del 16 giugno 1971: “L’Università di Cosenza assume una funzione civile oltre che scientifica e mobilita nelle coscienze dei professori e degli studenti tutte le energie per realizzare un grande ed effettivo motivo fusivo. L’impegno fondamentale è quello di considerare l’Università come luogo di convergenza non soltanto dei giovani ma degli adulti, un luogo dove, al di là della formazione didattica, si sviluppi un rapporto di tipo pubblico. E’ un traguardo molto ambito. Vorrei, insomma essenzialmente questo: che l’intera società calabra e non soltanto una minima parte di essa, trovasse nell’Università un ben più profondo significato di quanto non ne abbiano avuto, finora, tutte le altre Università. L’Università di Cosenza deve diventare una città dei giovani, con tutti i servii e le infrastrutture necessarie. Bisogna adottare una nuova mentalità di studio, come quella che hanno gli studenti inglesi di Oxford o di Cambridge, e attuare un nuovo ambiente, con campi sportivi, luoghi di ritrovo, di divertimento, di studio. A Cosenza deve sorgere una società veramente nuova di giovani, in una dimensione di grande libertà. Una cosa simile in Italia non esiste. Questa società di giovani avrà veramente la possibilità di studiare in modo nuovo, entro un ambiente nuovo. Perché oltre ai temi professionali si darà ampio spazio anche ad altri temi culturali e sportivi come il teatro, le piscine, le palestre, i campi da gioco. Un mondo studentesco inedito”.
Ed ancora:“La Calabria diventerà un punto di riferimento per altre regioni italiane e anche per studenti provenienti da altre nazioni, si pensi ad esempio alla vicina Africa, che hanno bisogno di managers, dirigenti, imprenditori forgiati da una scuola moderna e più vicina”.(Gazzetta del Sud maggio 1972). C’è da lavorare ancora e chissà se il Presidente Mario Draghi ci potrà aiutare.
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