Milano, processo Mps: Corte assolve Profumo e Viola
A Piazza Affari, il titolo fa un balzo del 2,32%. Profumo: "Dopo otto anni di sofferenza si chiude questa penosa e triste vicenda".
(Prima Pagina News)
Lunedì 11 Dicembre 2023
Milano - 11 dic 2023 (Prima Pagina News)
A Piazza Affari, il titolo fa un balzo del 2,32%. Profumo: "Dopo otto anni di sofferenza si chiude questa penosa e triste vicenda".
Sono stati assolti, dalla Corte d'Appello del Tribunale di Milano, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, gli ex vertici del Monte dei Paschi di Siena imputati nel processo relativo alla presunta errata contabilizzazione riguardante i derivati Alexandria e Santorini.

La Corte, dunque, ha ribaltato i verdetti che, il 15 ottobre 2020, avevano condannato Profumo e Viola a 6 anni di reclusione per ognuno con le accuse di false comunicazioni sociali e aggiotaggio, e ha anche annullato la condanna a 3 anni per l'ex Presidente del Collegio Sindacale del Gruppo Bancario senese, Paolo Salvadori.

Il sostituto procuratore Massimo Gaballo, in rappresentanza della Procura Generale meneghina, aveva richiesto la conferma della sentenza di primo grado e la multa da 800 mila euro (poi revocata) per Mps, a titolo di responsabilità civile, e il trasferimento degli atti a Siena per quanto riguarda il caso di Salvadori. Entro 90 giorni è atteso il deposito delle motivazioni.

Nello specifico, gli imputati sono stati assolti con la formula "perché il fatto non sussiste". Il processo verteva sugli strumenti finanziari che il Gruppo di Rocca Salimbeni aveva sottoscritto nel 2008-09 con Deutsche Bank e Nomura, in modo da coprire le perdite rimediate dall'operazione legata all'acquisto di Banca Antonveneta.

All'epoca, Mps era guidata da Giuseppe Mussari e Antonio Vigni (entrambi condannati in primo grado, poi assolti in Appello durante il processo "gemello", con sentenza diventata definitiva dopo che il ricorso in Cassazione presentato dalla Procura Generale di Milano era stato dichiarato inammissibile).

Durante la requisitoria, il Procuratore Generale ha detto che l'assoluzione del vecchio management è "grottesca", oltre ad aver criticato le autorità di controllo pubbliche e private (Bankitalia, Consob e Ernst&Young), accusandole di “colpevole connivenza” perché le testimonianze fornite dai propri funzionari erano “inattendibili perché condizionate dalla paura di essere incriminati o citati per danni”.

La sentenza impugnata da Profumo e Viola, ha proseguito, sarebbe stata “esemplare per lucidità e completezza argomentativa, avendo smontato con certosina precisione tutte le argomentazioni difensive” accolte oggi dalla Corte d'Appello.

L'avvocato Adriano Raffaelli, difensore di Profumo, ha invece detto più volte che ci sono stati “errori marchiani” nelle sentenze di condanna, oltre ad aver parlato anche di “un surplus di trasparenza virtuoso nel dare piena contezza degli effetti della contabilizzazione” delle operazioni Alexandria e Santorini da parte dei manager di Mps, anche “a saldi chiusi”.

“Sono molto contento anche per la banca, dopo otto anni di sofferenza si chiude questa penosa e triste vicenda“, ha detto Profumo, visibilmente commosso, dopo la sua assoluzione. “Si è chiusa perché il fatto non sussiste e mi sembra un fatto abbastanza indicativo”, ha aggiunto, replicando a una domanda sull'altro processo in cui è coinvolto, quello sui crediti preliminari di Mps, attualmente in fase di udienza preliminare, che si sta svolgendo davanti alla Gup di Milano, Fiammetta Modica.

Dopo l'assoluzione di Profumo e Viola, Mps ha registrato un balzo a Piazza Affari, segnando il +2,32%, a 3,347 euro per azione, mentre il Ftse Mib si appiattisce sul +0,08%.

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