30 anni fa in Calabria, Silvio Berlusconi Laurea Honoris Causa in Ingegneria
Il 27 novembre 1991 il conferimento ufficiale della laurea “Honoris Causa” in ingegneria gestionale a Silvio Berlusconi dalla Facoltà d’ Ingegneria dell’Università della Calabria. 
di Franco Bartucci
Martedì 18 Gennaio 2022
Roma - 18 gen 2022 (Prima Pagina News)
Il 27 novembre 1991 il conferimento ufficiale della laurea “Honoris Causa” in ingegneria gestionale a Silvio Berlusconi dalla Facoltà d’ Ingegneria dell’Università della Calabria. 

Alla base di quella decisione, di conferirgli la laurea “Honoris causa” vi erano dei motivi legati: alla necessità di uscire da una situazione, come Università, che la vedevano al centro dell’attenzione regionale e nazionale per le note vicende di presenze terroristiche al suo interno ed in particolare nel campus;  alla importanza  di proiettare l’Ateneo, che pur avendo dei percorsi didattici, scientifici e gestionali innovativi in campo nazionale riconosciuti dalla sua legge istitutiva e dallo Statuto, in un rapporto stabile di fiducia e stima da parte della società calabrese e non; di dare impulso al suo progetto mirato di “trasparenza gestionale”, mediante un rapporto stabile con i media locali e nazionali, supportato dalla funzionalità del suo ufficio stampa, istituito nel mese di aprile 1980, quale strumento di diffusione delle informazioni a tutela del “buon governo” e lotta alla corruzione in quel momento in auge per l’inchiesta nota come “tangentopoli”;  di creare delle opportunità di lavoro per i giovani laureati dell’Università che nell’arco di quindici anni, partendo dalla prima seduta di laurea svoltasi nel mese di luglio 1976, aveva raggiunto un numero pari ad oltre seimila unità suddivisi tra le quattro Facoltà esistenti all’epoca.

La decisione di conferire a maggioranza al Cavaliere  Silvio Berlusconi la laurea honoris causa in ingegneria gestionale fu presa dal Consiglio di Facoltà, presieduto dal prof. Jaques Guenot, in un clima di forte divisione, sia all’interno dell’Università che nella stessa società calabrese e nell’ambito del mondo politico ampiamente trattato questo aspetto dai media  locali e nazionali.

Il giorno del conferimento della laurea “Honoris Causa” – Quel giorno in quell’aula della Facoltà d’Ingegneria, di fresca costruzione, e negli ambienti esterni confluirono in tanti per assistere alla cerimonia o averne sentore direttamente. C’erano le autorità politiche locali e regionali invitate, docenti, non docenti e studenti in rappresentanza delle moltitudini, delegati del mondo dell’imprenditoria e del commercio, del gruppo Fininvest, dell’associazionismo e molti inviati delle testate giornalistiche radio-televisive regionale e nazionale; mentre ad accompagnare il laureando vi erano due suoi validi collaboratori come Gianni Letta e Fedele Confalonieri. Intervennero i Presidi delle altre tre Facoltà (Franco Crispini, Giancarlo Susinno e Antonio Aquino), nonché la commissione di laurea incaricata di esaminare il curriculum del Cavaliere Silvio Berlusconi con i due relatori, prof. Francesco Del Monte, docente di Economia e Organizzazione Aziendale (in alto con lui nella foto), ed il prof. Antonio Borghesi, docente di Finanza Aziendale. Saranno loro ad illustrare il curriculum vitae del candidato e le motivazioni del conferimento della laurea “honoris causa”; mentre il Rettore Frega ed il Preside Guenot , dopo i saluti istituzionali,  danno il loro giudizio di merito sull’evento e gli auspici finalizzati a creare per l’Università e per i propri laureati  nuove prospettive di crescita ed affermazione per questi ultimi in ambito del mondo del lavoro.

“La storia personale e professionale del candidato Silvio Berlusconi – furono le parole pronunciate dal relatore prof. Francesco Del Monte – non è solo la storia di un successo imprenditoriale. E’, ancor prima, la storia di una tendenza ad intuire velocemente le complessità evolutive dei sistemi produttivi. La scelta dei settori operativi della televisione alla pubblicità, dall’edilizia alle assicurazioni, dal cinema alla grande distribuzione rappresentano la logica del candidato ingegnere gestionale Berlusconi a configurare nelle sue attività una tipica catena di valore attraverso la quale legare i grandi e complessi temi dell’innovazione con la sorprendente naturalezza di un linguaggio manageriale che pone nell’entusiasmo e nella valorizzazione della risorsa umana la vera chiave di successo della propria attività economica e finanziaria”.

 “Dai suoi comportamenti imprenditoriali – è stato un passaggio dell’altro relatore prof. Antonio Borghesi - emerge in termini anticipatori l’idea di un ruolo non semplicemente adattivo dell’impresa, bensì quello di agente modificatore del contesto ambientale. Silvio Berlusconi ha dimostrato l’applicabilità di tale principio. Potremmo citare altri comportamenti imprenditoriali “nuovi” di Silvio Berlusconi come quelli nel campo della gestione delle risorse umane, delle tecniche pubblicitarie e promozionali, dello spettacolo e così via, ma quelli sin qui enunciati ci appaiono sufficienti a documentare la rilevanza del contributo che Silvio Berlusconi, pur senza essere autore di pubblicazioni scientifiche, ha dato alla scienza Economica-Aziendale e Gestionale”.

La proclamazione e la consegna della pergamena di laurea – Completati gli interventi dei due relatori tocca al Rettore, prof. Giuseppe Frega, leggere e consegnare al neo laureato Silvio Berlusconi in Ingegneria Gestionale, la pergamena di laurea, nella quale è scritto: “In nome della legge, noi Professori, Giuseppe Frega, Rettore dell’Università della Calabria, veduta la delibera del Consiglio della Facoltà di Ingegneria del 17 luglio 1991 e l’approvazione ministeriale numero 8571 del 27 settembre 1991, consegniamo a Berlusconi Silvio, nato a Milano il 29 settembre 1936, la laurea “honoris causa” di Dottore in Ingegneria Gestionale. Il presente diploma di laurea viene rilasciato a tutti gli effetti di legge”. Il titolo datato 27 novembre 1991, con registro n.3, è firmato dal Rettore Giuseppe Frega, dal Preside della Facoltà di Ingegneria Jaques Guenot e dal Direttore Amministrativo Magno Clarizia.

La Lectio Doctoralis – Nel prendere la parola per poter svolgere la sua lezione dottorale il neolaureato in Ingegneria Gestionale iniziò facendo i dovuti ringraziamenti al Rettore, al Preside, ai professori relatori, al pubblico presente in aula, ed anche al Corpo Accademico tutto, anche se non tutti ne hanno condiviso l’iniziativa. “Ho appreso pocanzi di essere diventato un caso e questo mi preoccupa”, disse con naturalezza e con il sorriso spontaneo e fiducioso. “Mi dispiace che questo fatto – proseguì nel suo ragionamento – abbia potuto creare un minimo di divisione, anche perché normalmente sono convinto uomo di concordia. Di solito, quando arrivo io e c’è gente che litiga, li metto d’accordo. Speriamo che succeda anche stavolta”.

Dopo di che trasformò la sua “lectio doctoralis” in una conversazione con gli studenti con domande e risposte. “Penso che sia molto più simpatico per tutti – disse – arrivare ad emozionarci insieme, aprendo con gli studenti uno spazio di domande”, che arrivarono puntualmente, da parte di nove di loro, strettamente legate alla sua personalità ed al pensiero economico, sociale, culturale e politico dell’uomo e dell’imprenditore di successo Silvio Berlusconi.

Si  parlò dei potenziali rapporti che sarebbero intercorsi nel futuro tra il neo laureato Berlusconi e l’Università della Calabria, dei diversi percorsi formativi dell’ingegnere in Italia ed in altri Paesi europei, del conflitto o meno tra il mondo accademico e quello scientifico e se c’erano punti d’incontro, dei  giovani calabresi di fronte al loro stato sociale e nel rapporto con il mondo dell’informazione attenta a raccontare immagini negative della Calabria, delle difficoltà dei laureati per entrare nel mondo del lavoro, come in Fininvest o in altre realtà produttive in Italia ed in Calabria in particolare, delle positività delle esperienze positive presenti nel campus universitario di Arcavacata e del possibile o meno sostegno del mondo industriale verso una sua valorizzazione di crescita e sviluppo, del suo modo di essere nei rapporti con gli altri e della concorrenza esistente tra gli ingegneri europei e quelli extracomunitari.

Il consiglio ai giovani sulla base delle sue esperienze e conoscenza – Tra le tante risposte date agli studenti emerge un passaggio ancora oggi sensibile: “Noi viviamo in un sistema e debbo dire che io sono dentro la mia testa un lupo solitario, ma ho un modo di vivere nel sistema. Il sistema comporta di prenderne atto e certe volte si può anche fare una grande rinuncia. Non bisogna pensare che la realtà sia la brutta realtà che emerge guardando i giornali. Ci sono diversi fatti di disonestà, ma ci sono moltissimi fatti di onestà e anzi direi, che nel mondo del lavoro, l’onestà è la regola di gran lunga, grandissimamente prevalente. Quindi non lasciatevi andare al pessimismo guardando ciò che emerge. Siate ottimisti, perché il mondo del lavoro è un mondo sano, è un mondo che sarà felice di accogliervi e in cui vi troverete certamente bene. Ho studiato dai Salesiani ed è stata una grande scuola di sacrificio con alcune fortune di avere dei professori straordinari che ci hanno insegnato a studiare, a sacrificarci, a comunicare, a guardare dentro le cose per poi dire l’essenziale, a esercitare la sintesi e a non lasciare che l’analisi prevalesse sulla sintesi. Poi è venuto il mondo del lavoro, sono venuti i contatti con tutti i miei collaboratori. Ho sempre voluto trasformare i miei collaboratori in miei amici. Non riesco a collaborare con chi non stimo; dopo la stima, dopo la frequentazione quotidiana viene anche l’amicizia e in molti casi l’affetto, e questa è anche una ricetta che se mi consentite vi porgo; è la ricetta che può avere delle radici nella scuola, nell’Università. Un segreto è anche circondarsi di amici, compagni di scuola. In nessun posto forse si riesce a capire gli altri, a valutare le loro capacità come nella scuola. Credo che voi possiate guardare con grande ottimismo al vostro futuro. Vedo una preparazione straordinaria. Il mondo del lavoro aspetta gente con questa preparazione, aspetta gente seria, aspetta gente che abbia voglia di guardare avanti, di innovare, di non fare sempre le stesse cose che si sono fatte”.

Agli studenti in attesa nel piazzale d’incrocio dei cubi d’ingegneria rivolse queste parole: “Preparatevi bene, non temete di osare e battervi per raggiungere quel che sembra impossibile raggiungere. Provate, riprovate, lavorate anche quando gli altri riposano e vedrete che il successo sarà vostro. Io, da oggi, vi sarò più vicino, sarò più vicino a questa Università del profondo Sud. La materia uomo qui non manca, la vostra intelligenza, la vostra cultura saranno le armi vincenti di questa bellissima terra di Calabria”.

L’evento il giorno dopo occupò sui giornali locali e nazionali pagine e titoli con forti richiami sui contenuti emersi durante la cerimonia assumendo posizioni di apprezzamento come di critica e condanna contribuendo a dividere nei giudizi sia la comunità universitaria che la società del territorio calabrese e non solo con in primo piano le forze politiche.

Il post laurea dell’ing. Silvio Berlusconi all’UniCal – Il 18 gennaio 1994 fonda il movimento di Forza Italia e costituisce per la prima volta nel nostro Paese il polo di centro destra riuscendo a vincere la competizione elettorale che si svolge nel mese di maggio divenendo così Presidente del Consiglio per la XII legislatura. Un incarico che tra le tante cose lo porta ad occuparsi dell’Università della Calabria nel mese di agosto di quell’anno con un intervento sul Cipe e sui Ministeri del Bilancio e dell’Università per sbloccare una pratica ferma da più tempo, predisposta dal Concessionario (Bocoge S.p.A, guidata dal dott. Aldo Bonifati), relativa alla costruzione dei cubi del progetto Gregotti destinati alle Facoltà d’Ingegneria e di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali per un importo di oltre 234 miliardi di lire.

Per assolvere a quanto prescritto nel programma fissato dal CIPE e rendere esecutivo il finanziamento concesso la burocrazia ministeriale impiegherà circa due anni. Ma le opere oggi ci sono e danno armonia a quella parte del progetto Gregotti utilizzato dall’attuale comunità universitaria, con il rimpianto di non vedere l’intero progetto portato a termine fino in località Settimo di Montalto Uffugo con la stazione ferroviaria di servizio all’Università.

Un appello da meditare – Ora si tratta di trarre una conclusione a questo racconto del conferimento della laurea “Honoris Causa” in ingegneria gestionale, da parte della Facoltà di Ingegneria dell’Università della Calabria, al Cavaliere Silvio Berlusconi, già presidente del Consiglio dei Ministri, oggi aspirante a divenire prossimo Presidente della Repubblica Italiana.

Ognuno ha il diritto di sognare e realizzarli per quanto possibile, ma bisogna saper guardare il contesto in cui nascono e si presentano, come altrettanto occorre analizzare la propria storia vissuta nel percorso della vita che ci appartiene segnando il tempo come persona impegnata o meno impegnata. E di impegni il Presidente Berlusconi ne ha avuti tanti, a cominciare dalla discesa in campo politico del 1994 fino ad arrivare ai nostri giorni con la proposta di partecipare alla prossima competizione elettorale per divenire Presidente della Repubblica.

Attraverso i media, giornalmente si assiste a continue dichiarazioni da parte dei leader che fanno intravedere un cielo “tempestoso”, piuttosto che “sereno”. Mentre la Meloni e Salvini e gli altri del suo polo di centro destra lo definiscono un ottimo “patriota” degno di ricoprire il ruolo di Presidente della Repubblica; oppure che il prossimo Capo dello Stato deve appartenere al mondo del centro destra, ci si dimentica che il Paese è grande e tale figura deve rappresentare tutti ed essere apprezzato ed amato per come è accaduto in periodi difficili con Ciampi e con Mattarella. Una posizione questa rivendicata dal segretario del PD Enrico Letta che pensa ad una figura delle Istituzioni autorevole in grado di superare le barriere divisorie ed unire il Paese in un unico afflato di concordia.

In questo momento particolare, con una pandemia galoppante, non ci si può permettere di rafforzare la spaccatura del Paese, ma di ritrovare lo spirito dell’unità con alla base tutti quei valori umani universali che fanno degli “Uomini” e della “Politica” strumenti e testimoni di serenità, solidarietà, giustizia, pace, amore, equilibrio sociale, buon governo di sé stessi e della società.

Bisogna saper guardare in faccia questi valori e fare la scelta ponderata sedendosi a un tavolo di lavoro uniti per dare all’ Italia la figura giusta di Presidente della Repubblica che sappia creare un clima di riscoperta del valore sommo della politica, che dia consapevolezza di appartenenza ad un Paese unito, proiettato a raggiungere delle mete di maturità e convivenza civile sana, da trasformare nella pratica in sviluppo e crescita sociale, economica e culturale.

A questo punto ritornano a galla le parole pronunciate dal Cavaliere Silvio Berlusconi quel 27 novembre del 1991 nel campus universitario di Arcavacata, in occasione del conferimento – su decisione maggioritaria del Consiglio di Facoltà - della laurea “Honoris Causa” in Ingegneria Gestionale: “Ho appreso pocanzi di essere diventato – disse - un caso e questo mi preoccupa. Mi dispiace che questo fatto abbia potuto creare un minimo di divisione, anche perché normalmente sono convinto uomo di concordia. Di solito, quando arrivo io e c’è gente che litiga, li metto d’accordo. Speriamo che succeda anche stavolta”. Ecco la missione giusta “uomo di concordia” che vedo oggi in Silvio Berlusconi per poter entrare nella storia in modo giusto e di grande riscatto politico ed umano. La “concordia” mettendo da parte il sogno di essere letto come prossimo Presidente della Repubblica.


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