Nicola Gratteri, La7 incassa ascolti record

Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Napoli, miete nuovi successi. Su La7 a seguire le sue Lezioni di Mafie oltre un milione e centomila italiani.

di Pino Nano
Giovedì 18 Settembre 2025
Napoli - 18 set 2025 (Prima Pagina News)

Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Napoli, miete nuovi successi. Su La7 a seguire le sue Lezioni di Mafie oltre un milione e centomila italiani.

Nicola Gratteri vince la sua sfida televisiva su La7. Esordio di successo mercoledì sera per il suo programma, “Lezioni di Mafie”, il format con cui il Procuratore della Repubblica di Napoli racconta la storia e l’evoluzione delle mafie in Italia e nel mondo, quattro puntate diverse, in cui il magistrato prova a spiegare come sia possibile che il potere economico delle mafie sia di molto superiore ai bilanci interni di interi paesi come il nostro.

I dati sono inconfutabili. A seguire il programma e a guardare il magistrato calabrese che gusta una enorme granita di cedro ai tavolini del bar centrale di Gerace, paese dove è nato e dove vive, con tanto di brioche tradizionale accanto, sono stati oltre un milione di spettatori, più precisamente 1.108.076, con uno share certificato del 7,12 per cento, favorendo anche e facendo da traino al programma di Lilly Gruber che prima di lui incassa nella serata di mercoledì cifre record e impreviste anche per il suo programma.

Insomma, Nicola Gratteri, lo si voglia o meno, piaccia o non piaccia, in televisione continua ad essere un treno in marcia. Il magistrato continua ad avere grande appeal, soprattutto tra i giovani, continua a macinare ascolti che neanche le migliori previsioni della vigilia avrebbero mai potuto immaginare, e soprattutto continua a piacere per il modo come solo lui sa raccontare questo mondo organizzato del crimine.

Lo confesso, fino all’altro ieri non ci credevo neanch’io. Se avessi dovuto scommettere sui dati definitivi dello share mi sarei fermato al massimo al 3 per cento, non oltre, e invece lui ha letteralmente sbancato il campo. Ho rivisto la puntata andata in onda di nuovo ieri mattina e credo di aver capito il perché di tanto successo.

 Per la prima volta da quando lo conosco, e sono ormai quasi 40 anni, Nicola Gratteri è apparso in televisione come un uomo normale, per niente saccente, per niente arrogante, finalmente rilassato e non di corsa, anzi direi a tratti confidenziale e avvolgente. Dirò di più, mai come questa volta l’ho trovato completamente sereno, per niente tirato, addirittura anche sorridente, con questa sua mise moderna, semplicissima e molto trendy nelle riprese in esterno, pantaloni casual e maglioncino di cachemire, e questo suo vestito elegante color bleu notte in studio, che funzionava molto bene.

Conoscendolo credo che a scegliere come andare in televisione sia stato solo lui, nessun altro, nessun consulente, nessun costumista, al massimo forse avrà accettato qualche spruzzo di cipria sulla fronte e sulle guance, ma quello te lo impone il cerimoniale più classico della televisione.

Oggi sono assolutamente convinto che in molti siano rimasti delusi da tutto questo. Perché l’altra sera in televisione non c’era proprio nessuna traccia del Gratteri che di solito vediamo in piazza o in giro per l’Italia, che è l’immagine ormai stereotipata di un Gratteri a tratti anche “cattivo”, soprattutto in certe analisi sulla politica o sul sistema-giustizia, e fortemente disilluso dal mondo che lo circonda. 

Il Gratteri che ho visto su La7 l’altra sera era invece un Nicola Gratteri del tutto nuovo al mondo della televisione, un uomo che si rilassa così tanto davanti alla cinepresa da farsi riprendere anche al tavolino del bar del suo paese natale con una granita di cedro, e che a differenza di Antonio Nicaso, il giornalista che gli era accanto, lui ha mangiato per intero.

Un Nicola Gratteri che passa davanti ad una vecchia casa di Gerace e la indica come se fosse il suo “luogo dell’anima”. Dice: “Qui 40 anni fa c’era la prima radio della Locride dove io allora incomincia a fare il disk jockey. Coprivamo un’area di almeno 50 chilometri da qui”.

 Chi l’avrebbe mai immaginato? Ma lui in realtà non ne aveva mai parlato prima, altrimenti lo avrei cercato per “Onde Ribelli” lo speciale che racconta gli esordi di Vasco Rossi nella sua radio libera alle porte di Bologna e che la RAI ha già mandato in onda per tre volte di seguito.

Un Nicola Gratteri che d’estate- racconta- andava a lavorare, perché questa era la regola delle famiglie di quegli anni, che ha fatto di tutto, il ciabattino, il falegname, il ragazzo di bottega, il meccanico, e persino il batti lamiera, cosa che poi da giudice del tribunale civile di Locri gli permetterà di capire meglio quanti incidenti stradali fossero veri o fossero invece truffe assicurative ben preparate.

Ma non solo questo. L’altra sera in televisione ho visto un Nicola Gratteri -come dirlo? - pieno di luce, soprattutto quando racconta della sua vecchia mamma, quando indica oltre la rocca di Gerace la campagna dove da bambino con i suoi genitori e i nonni venivano a raccogliere le olive, un Gratteri che passeggia per le vie di Gerace come non ha mai fatto prima, e che si permette davanti a tutti persino una bugia. Dice “Non venivo in questo bar da almeno 5 anni”. Io credo che siamo molti di più.

Il Procuratore della Repubblica di Napoli parla a La7 della paura, come se fosse la sua ombra abituale e che lui stesso ha imparato ad amare, fa più volte il nome del vescovo di Locri, mons. Francesco Oliva, per indicare la Chiesa dell’onestà e del rigore, ”al momento del suo insediamento gli avevo portato in regalo un assegno di 40 mila euro che lui ha puntualmente rifiutato”,  e confessa di disprezzare i silenzi conniventi di certi vescovi “che per fortuna- dice- non ci sono più”. E come se tutto questo già da solo non bastasse alla sua narrazione, spiega con estrema semplicità perché il Santuario della Madonna di Polsi sia ancora un “luogo infestato dai boss della Ndrangheta”. Ma lui è anche l’ex ragazzo di Gerace che ricorda i morti ammazzati lungo la strada che percorreva da bambino per andare a scuola, un Gratteri che esalta il valore della famiglia partendo dal ricordo dolcissimo della sua mamma che era il cuore del mondo.

Infine, un magistrato antimafia soprattutto che crede ancora nel futuro di questa terra e di questa gente, e che ancora l’altra sera in televisione spiegava in maniera quasi ossessiva il perché la mafia rischia davvero di non morire mai, “per via di questo caffè al bar del paese che ogni persona perbene offre ogni giorno al boss del luogo”.

Il resto è storia, storia del mondo organizzato del crimine, che solo lui conosce come le sue tasche e che solo lui può raccontare con la semplicità e la magia che aveva per noi il famoso pifferaio magico. È quasi emozionante guardarlo mentre cammina sotto gli alberi della sua campagna, dove lui guida anche il trattore, e sentirgli dire che il ritorno a casa, e il tempo dedicato alla terra lo riconcilia con la vita e con Dio.

Bellissima figura questa di Nicola Gratteri su La7, perché non dirlo?

E tutto questo va in onda dalle 21.30 alle 23 e passa, mentre attorno a lui si muovono un giornalista di grandissima tradizione RAI come Paolo Di Giannantonio, un grande cronista e un inviato speciale con cui ho avuto il piacere di lavorare, e uno studioso delle mafie come il professore Antonio Nicaso, a metà strada la sua vita tra l’accademia universitaria di Toronto dove insegna e il mestiere di scrittore che fa da quando era ancora ragazzo. Ricordo che la sua prima inchiesta sulla ndrangheta, già allora lui bravissimo, la pubblicò Mimmo Nunnari su una rivista che allora lui dirigeva e che si chiamava Città Calabria. Corsi e ricorsi della storia.

Se posso permettermi un giudizio tecnico, ma potrei anche sbagliarmi e di questo gli chiedo scusa, suggerirei al regista per le prossime puntate di illuminare un po' meglio i ragazzi in sala cinema, perché le loro facce ieri sera dicevano più di quanto interi editoriali su Gratteri non siano già stati scritti, e lo dico in senso del tutto positivo. Le facce parlano, così è stato l’altra sera su La7.

Sull’impalcatura generale del programma che dire? Bravi tutti, soprattutto i siparietti a corredo, le donne di ndrangheta, le vittime delle faide, i sequestri di persona, i preti con la pistola, le anime nere di San Luca, e i nuovi adepti della Ndrangheta. Francamente non credo che per questa prima puntata Nicola Gratteri possa rischiare un procedimento disciplinare. Vedremo la settimana prossima.


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